Sos Venezia: l’UNESCO lancia l’ultimatum all’Italia

L’UNESCO ha lanciato un messaggio chiarissimo all’Italia: si prendano provvedimenti per la salvaguardia di Venezia, altrimenti la città sarà cancellata dalla lista dei siti patrimonio dell’umanità. A seguire, la stessa organizzazione internazionale ha anche indicato quali debbano essere questi provvedimenti, anche se, a volerli vedere, erano sotto gli occhi di tutti da anni. Ma andiamo con ordine.

Venezia, Basilica di Santa Maria della Salute e il Canal Grande
Venezia, Basilica di Santa Maria della Salute e il Canal Grande.

La vicenda prende avvio dalle denunce presentate dall’associazione ambientalista Italia Nostra presso l’organizzazione internazionale. In particolare, si è posto l’accento sui tre grandi problemi della città lagunare: una forte pressione infrastrutturale sull’area della terraferma, un numero di turisti più che triplo rispetto a quanti ne possa reggere la città (Venezia è visitata ogni anno da circa 30 milioni di turisti, mentre la cifra per non metterla in pericolo non dovrebbe superare i dieci milioni) e un’attività portuale crescente (in cui è compreso il transito delle grandi navi in laguna, non esente da rischi).

Come riporta La Stampa, l’UNESCO ha avviato le sue verifiche dopo l’esplosione dello scandalo sul sistema MOSE (le dighe mobili che dovrebbero proteggere Venezia dall’acqua alta), temendo – testualmente – “una irreversibile trasformazione del paesaggio”. La relazione degli ispettori UNESCO su Venezia (disponibile qui) è stata molto critica e senza sconti per le istituzioni pubbliche e le associazioni imprenditoriali. In particolare, si è posto l’accento sul calo dei finanziamenti statali per la salvaguardia della città (passati da 140 a 10 milioni di euro l’anno) e sul degrado in cui versano monumenti, palazzi e calli. Senza contare che l’enorme flusso turistico ha accelerato lo spopolamento del centro storico da parte dei veneziani, scesi ad appena 51 mila.

Tuttavia, viene anche fornita una serie di indicazioni per rimediare al disastro imminente: se si porrà fine al transito delle grandi navi, se si preparerà ed eseguirà un piano per il turismo sostenibile, se torneranno ad essere investiti più soldi nella tutela della città, se si farà una moratoria sui grandi progetti urbanistici e si sottoporrà quelli invasivi al vaglio di una commissione internazionale, allora Venezia potrà ancora fregiarsi del titolo di Patrimonio dell’umanità e salvarsi.

Altrimenti, il suo declino sarà inarrestabile.

Lorenzo Spizzirri

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