Warning! Post eterno. Di contro, potrebbe esservi utile nei prossimi anni. Comincia come storia di Chabei Takeda, diventa la storia del nostro futuro. È il 12 giugno del 1781, 237 anni fa esatti, quando il giapponesino Chobei Takeda rileva un negozietto di erbe medicinali. Le compra all’ingrosso, le rivende al dettaglio. Tutto nella norma.
Per 114 anni. È nel 1895 che Chabei IV, i giappi hanno una fantasia che Beautiful levati, importa dall’Occidente 18 medicinali, tra cui il chinino, quello che nel 1960, nella civilissima Italia, avrebbe potuto salvare Coppi, per intenderci. Nel 1915 l’industria Takeda sforna chinino e farmaci contro la diarrea nella grande fabbrica di Osaka. Ma è nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, che nasce ufficialmente la Takeda Pharmaceutical Industries.
Come dimostra la Bayer, chi se ne frega se muoiono a milioni e il tuo Paese perde rovinosamente: se sei dalla parte giusta dei soldi, la guerra è sempre un buon affare. Nel dopoguerra la ricchissima Takeda si espande il tutto l’Oriente, poi, nel 1977, entra prepotentemente nel mercato statunitense, aggirando blocchi e dazi grazie ad una joint venture con la americanissima Abbott. Nel 1999 accadono due cose:
- Kunio Takeda, l’ultimo discendente, che chiameremo Ciccio, annuncia di aver superato la fatidica soglia di mille miliardi di yen (circa 7,5 miliardi di euro)
- Ciccio lancia il best seller dei farmaci, Actos, una meraviglia per i diabetici. Actos ha un piccolo, insignificante, effetto collaterale: può causare il tumore alla prostata.
Di controversia giudiziaria in controversa giudiziaria, l’ormai inarrestabile Ciccio si ferma, lascia la guida nel 2003 ad un nuovo CEO ancora più arrembante, che porta il fatturato a 22,5 miliardi di euro e comincia una serie interminabile di acquisizioni. Nel 2008 Takeda Pharmaceutical si separa da Abbott e licenzia, ah no scusate assume altri 3.000 (tremila) dipendenti. E continua ad acquisire. Per esempio nel 2011 sborsa 9,6 miliardi di euro per Nycomed. Fino all’8 maggio di quest’anno, quando aumenta l’offerta quattro volte in sei settimane e alla fine acquisisce l’irlandese Shire per 52 miliardi di euro. I tempi tecnici dicono che la fusione sarà “operativa” nel 2019. Tra meno di un anno la quasi totalità della produzione mondiale di farmaci sarà in mano ad un solo Consiglio di Amministrazione. E si era gridato allo scandalo per il 53% di produzione di cereali appannaggio della Nestlé. È di questi giorni la notizia che sette milioni di italiani fanno debiti per la salute. Immaginate il potere che potrà esercitare su governi e privati cittadini un “mostro” come la Takeda-Shire.
Mentre noi coglionazzi continuiamo ad azzuffarci in cortile tra “pidioti” e “grullini”, tra “fascisti” e “zecche rosse”, tra juventini e interisti, tra guelfi e ghibellini, ah no, quello era secoli fa. Ora il mondo è cambiato. Il mondo. Qui da noi non cambia mai uncaz.