Sony, chiude l’ultima fabbrica di CD degli Stati Uniti

L’egemonia dei compact disk sembra volgere verso il tramonto. Un’intera era di dominio fatta di videogames, album dei nostri artisti preferiti (originali o piratati) sembra aver trovato il suo capolinea. Sony ha chiuso l’ultimo stabilimento degli Stati Uniti che li produce. Nelle ultime ore Sony ha chiuso la produzione nello storico stabilimento di Terre Haute negli USA in Indiana, inaugurato nel 1985. Qui venne prodotto anche il primo CD della storia degli Stati Uniti.




La voce di tre generazioni 

Abbiamo tutti le case piene di custodie impolverate o meno, dischi comprati nel ’96 o la settimana scorsa. I CD permeano talmente tanto le nostre vite che sembra così strano che se ne stiano andando così inesorabilmente. Il primo CD commerciale è stato immesso sul mercato il 17 agosto del 1982 e su cui vi era stata registrata la Sinfonia delle Alpi di Strauss. Mentre furono gli ABBA a registrare il primo album su CD. E’ così che come tutto ciò che si presenta come l’innovazione del mondo, se ne va in punta di piedi, circondato da alternative più moderne, mentre gli operai della Sony vengono dirottati verso i blu-ray e i mini disk.

C’è vita oltre il Blu-Ray? 

E’ un processo che si è innescato anni fa. Già da quando i titoli per Playstation 3 hanno iniziato ad essere prodotti sul più prestante blu-ray. Analogamente (mi si passi il gioco di parole) come il suo antenato, il Vinile, il CD potrebbe però continuare ad avere la sua fetta di mercato. Nel campo nostalgico-collezionistico! Stiamo attraversando infatti un enorme revival degli anni ’90 e forse non ce lo hanno neanche detto. In TV si celebra il magico decennio. Boldi e De Sica insieme, la gente esce per strada a cercare Pokèmon e forse qualcuno sta comprando su e-bay un Tamagotchi a 300 Euro.




Nel frattempo controllate i titoli che avete sparsi per casa, sfidate  l’allergia agli acari e scavate nella memoria di un tempo che si allontana sempre di più, pur rimanendo immortale. Chissà che quel singolo degli 883 che avete comprato al day one, non valga un giorno una fortuna. Chissà in quel caso, se deciderete di venderlo o meno.

Stefano J.  Bazzoni 

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