Sonita e la sua voce libera: da sposa bambina a rapper

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“Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia
libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.”  

Joumana Haddad, Libano, da Non ho peccato abbastanza

Se dovessi paragonare le donne ad una pianta, non avrei dubbi sulla ginestra perché essa è semplice, tenace, adattabile, resistente e capace di affondare in profondità le sue radici, anche nei terreni più inospitali, calcarei e pietrosi. Inoltre, grazie alla forte struttura, riesce a resistere agli eventi atmosferici più inclementi. Già: come le ginestre che non si arrendono né si fanno intimorire da difficoltà date dal terreno o dal clima, le donne posseggono la stupenda capacità di affrontare situazioni complesse e a volte tragiche; basta pensare che i traguardi ai quali sono giunte, le vittorie cha hanno conseguito, i cambiamenti che hanno apportato sono frutti del loro stesso lavoro, delle loro stesse fatiche, della loro stessa forza.

Una innata energia che deve sempre essere alimentata da una lucida consapevolezza: nessuno può decidere al loro posto. Nessuno. Perché venire al mondo, è vero, non è una decisione personale ma vivere, sì: ogni passo, ogni salto, ogni corsa, ogni sosta devono provenire dalla totale Libertà di scelta della Persona. Una Libertà che si deve celebrare, testimoniare, scrivere, cantare… cantare, sì! Come fa Sonita: una ragazza afghana scappata al suo destino di sposa bambina. Paura e rabbia e voglia di vivere, sui suoi fogli, sono diventate parole, sono diventate canzoni rap! Ora ha 18 anni ed è una vera eroina per le bambine, le ragazze, le donne della sua terra: una concreta prova che essere libere è possibile. Una ulteriore conferma che anche dal terreno più arido possono nascere piante, così come dagli ostacoli può svilupparsi la tenacia per superarli.

E Musica sia… per Sonita e per tutte le Donne che hanno lottato e che sempre lottano a favore dei loro diritti. E Musica sia anche per tutte le Donne che quel coraggio non l’hanno avuto o non è bastato per sopprimere la paura: perché il terrore e la conseguente sottomissione, sono la condanna più spietata ed immediata.

Per questo Sonita deve continuare a cantare: per sciogliere le catene che legano, che stringono, che impediscono di vivere e di farlo in maniera dignitosa. Per questo Sonita deve continuare a cantare: perché dietro a quei veli, dentro a quegli abbracci violenti, sulla bocca messa a tacere, ci sono vite, storie, pensieri e desideri che devono esplodere, saltare, ballare ed urlare la loro canzone. Per questo Sonita deve continuare a cantare: perché allo slogan Non una di meno, si sostituisca Una in più: libera! Viva! Vincitrice! Come la ginestra… che comunque, ad ogni modo, riesce a germogliare. E a crescere.

 

Deborah Biasco

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