Sonia Bibi assassinata: il Pakistan cristiano piange l’ennesimo femminicidio

Sonia Bibi è morta a soli 24 anni, assassinata per aver rifiutato il matrimonio col musulmano Shehzad.


L’omicidio è avvenuto il 30 novembre scorso a Rawalpindi, provincia di Punjab, Pakistan. A comunicare la notizia l’agenzia stampa Asianews. La madre di Sonia, Teresa, ha comunicato che le sue due figlie, Sonia e Nazish, 18 anni, lavoravano come domestiche per aiutare la numerosa famiglia di 8 persone. Di solito uscivano sempre insieme per andare a lavorare.
Il trasferimento nella città che ha visto vittima la ragazza è avvenuto 13 anni fa, dopo l’impiego del padre Allah Rakha Masih, assunto come bidello in una scuola statale.

L’assassino è ancora a piede libero





Shehzad seguiva Sonia da cinque mesi. Poco prima dell’omicidio aveva mandato la madre a casa dei genitori per annunciare la proposta matrimoniale. Sonia però non intendeva rinunciare alla sua religione, per questo la sua famiglia ha rifiutato. La povertà della famiglia ha costretto la ragazza a subire i rischi dello stalking, fino a quella fatidica mattina del 30 Novembre.


Sonia Bibi è stata affiancata dalla moto con a bordo il giovane, per convincerla a seguirlo. Il rifiuto si è accompagnato a un colpo di pistola alla testa. La ragazza è morta sul colpo, inutile il tentativo dei soccorsi. Arrestato il proprietario della moto per complicità nell’omicidio, l’artefice è ancora ricercato.

La fragilità dei diritti delle minoranze in Pakistan

Sonia era già stata minacciata di morte da Shehzad, ma il bisogno di lavoro e la mancanza di tutele hanno portato all’ennesimo femminicidio. Troppo fragili le leggi sulle minoranze religiose in  Pakistan, dove ogni giorno  donne e bambine sono vittime di conversioni forzate, nascoste da matrimoni non voluti. Le autorità sono incapaci di sostenere la pressione dell’estremismo religioso, che trova una sponda nella “legge antiblasfemia”. Approvata nel 1986,comporta una potenziale condanna a morte per chiunque insulti l’Islam. I critici affermano che è stata usata per perseguitare le minoranze religiose. Tutt’oggi consente una serie di abusi contrari allo spirito della Costituzione pachistana.

Nel 2019 la Commissione per i diritti umani del Pakistan, aveva sollecitato il Governo a rendere illegale le conversioni forzate, affermando che “troppo spesso esse sono travestite da conversioni volontarie”. Non vi è ancora giustizia per le donne, e Sonia ne è l’ennesima testimonianza.

Elena Marullo

 

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