Se per avere una diagnosi bastasse un’app ? Con Sonde Health ora si può. Un’applicazione che è in grado di fare una diagnosi attraverso la voce dell’utilizzatore.
La nostra voce è come le impronte digitali: diversa per ogni essere umano su questa terra, quindi unica. La voce cambia continuamente: abbiamo una voce per quando siamo innamorati, per quando siamo arrabbiati, per quando siamo commossi e… per quando siamo ammalati. L’applicazione Sonde Health di diagnosi attraverso la voce sfrutta il tono della voce e le frequenze del respiro, ma anche la tosse. Infatti da un semplice colpo di tosse l’algoritmo alla base dell’app può comprendere se si tratta di semplice raffreddore o asma. Come ? Analizzando i dati già presenti nel programma.
Come fa un’applicazione a diagnosticare un malanno ?
L’algoritmo contiene i dati degli utenti che hanno utilizzato l’app, in questo modo, attraverso uno studio incrociato dei dati è possibile riconoscere a cosa è dovuto quello specifico cambiamento vocale. Dal 2016 ormai si studia questo tipo di intelligenza artificiale e l’obiettivo è quello di diminuire le ospedalizzazioni e dare agli utenti la possibilità di una diagnosi medica immediata.
Il dottor Google, il primo medico di tutti noi
Ad oggi la maggioranza delle persone -ahimè, anch’io- prima di contattare il proprio medico ricerca i sintomi su Google e solo a volte decide di chiamare il proprio medico curante. Che sia giusto ? Probabilmente no, ma di certo è immediato e, nel nostro frenetico mondo, dove tutto è a portata di click, molto spesso sembra la soluzione migliore e più veloce. Per questo motivo un’applicazione come Sonde Healt potrebbere essere una svolta colossale nella nostra storia, avere l’affidabilità di un medico, con la velocità di un click. A portata di mano, scaricato sul nostro smartphone.
Diagnosticare il morbo di Parkinson tramite riconoscimento vocale: lo studio di Sapienza e Tor Vergata
Anche nelle nostre università si sono svolti studi basandosi su questo tipo di intelligenza artificiale. A febbraio del 2021 sono usciti i risultati di uno studio frutto della collaborazione tra i dipartimenti di Neuroscienze umane e di Organi di senso della Sapienza, l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) e il Dipartimento di Ingegneria elettronica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. La voce può fornire indicazioni sullo stato del sistema nervoso di un essere umano. Grazie ha questo studio si sta sviluppando un metodo non invasivo, automatizzato e standardizzato per il riconoscimento del morbo di Parkinson. Dalla voce, infatti, si può riconoscere il tremore e risalire alla sua causa.
Riconoscimento vocale di Covid-19, la Start-up di Cambridge
Nel 2020, l’università di Cambridge ha realizzato per la prima volta una start-up in grado di riconoscere i sintomi di Covid-19 attraverso la voce. Lo studio, guidato dalla Professoressa Cecilia Mascolo, il Professor Cicuta e il Professor Floto, è stato finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca e anche in questo caso sfrutta il tono, il respiro e la tosse del paziente. I dati lasciati dai pazienti positivi al Covid-19 vengono salvati ed elaborati dall’algoritmo che sarà in grado di riconoscere la positività o meno al virus. Anche in questo caso lo scopo è quello di diminuire le ospedalizzazioni e assicurare diagnosi certe e da remoto.
Il problema giuridico
Naturalmente, applicazioni e studi di questo tipo, riguardano un grande numero di persone. Per questo serve una legislazione ad hoc che assicuri che i dati degli utenti non vengano in alcun modo trafugati. Per ora all’orizzonte non sembrano esserci proposte di legge, nè in Inghilterra, nè in Italia. Una tecnologia in grado di fare diagnosi attraverso la voce, però, con la giusta regolamentazione, potrebbe essere una vera mano santa.