Dove si trova la sonda Voyager 2
La storia dell’esplorazione umana dello spazio si arricchisce di un nuovo capitolo. La sonda Voyager 2 ha infatti lasciato la porzione di sistema solare compresa nell’eliosfera, una vera e propria bolla segnata dalla presenza del vento solare.
È il secondo oggetto terrestre a riuscirci. Nel 2013, la gemella Voyager 1 aveva infatti varcato anch’essa il confine dell’eliosfera, chiamato eliopausa.
Entrambe sono state lanciate dalla Nasa nel 1977, dunque sono in viaggio da più di quarant’anni. La sonda Voyager 2 è ora a 18 miliardi di chilometri dalla Terra. Ciò vuol dire che i segnali tra la navicella e il nostro pianeta impiegano circa 16,5 ore per giungere a destinazione.
L’annuncio ufficiale, dato al convegno dell’Unione americana di geofisica, era stato anticipato da un tweet. Il cinguettio, direttamente dal profilo della missione Voyager 1, celebrava la sonda gemella per aver finalmente raggiunto lo spazio interstellare.
I dati trasmessi dalla sonda
Gli ingegneri della Nasa hanno capito che Voyager 2 avesse oltrepassato l’eliopausa grazie ai dati trasmessi dalla navicella.
Al contrario di Voyager 1, la seconda sonda può infatti ancora contare su alcuni rilevatori, che sulla gemella si sono spenti decenni fa. Tra questi, i sensori disposti al rilevamento del vento solare, i cui valori sono esaminati dal protocollo Plasma Science Experiment. I dati registrati nelle ultime settimane sono molto differenti da quelli osservati fino a poco tempo prima.
In particolare, fino al 5 novembre scorso, i rilevamenti segnalavano la forte presenza di plasma di origine solare. Dopo quella data, i sensori hanno dapprima avvertito un drastico calo della velocità del flusso, che poi è andato scomparendo nei giorni successivi.
Di fatti, oltre l’eliopausa si ha un ambiente molto più freddo, non più attraversato dal flusso “caldo” del vento solare.
Il viaggio è solo all’inizio
In realtà entrambe le sonde sono ancora all’interno del sistema solare. Gli Astronomi hanno infatti stimato che il confine del nostro sistema sia posto oltre la nube di Oort. Questa è una zona relativamente sconosciuta, da cui si pensa provengano le comete periodiche, come quella di Halley.
Entrambe le sonde sfruttano l’energia liberata dal decadimento del plutonio-238. Alcune componenti delle navicelle sono state disattivate proprio per ottimizzare i consumi e allungare così il viaggio.
Originariamente, il compito delle sonde Voyager era quello di osservare Giove e Saturno. Grazie alla riprogrammazione remota, tuttavia, sono stati aggiunti nel tempo sempre più sorvoli e obiettivi, come raggiungere lo spazio interstellare.
Da una missione della durata prevista di 5 anni, la Nasa punta ora a ottenere un viaggio 10 volte più lungo.
Una volta che i motori saranno spenti, la sonda Voyager 2 e la gemella potrebbero continuare la loro deriva nello spazio per miliardi di anni.
Entrambe inoltre trasportano il cosiddetto Golden Record, contenente suoni, immagini e messaggi dalla Terra.
In un futuro, si spera lontano, potrebbero dunque essere la sola testimonianza dell’esistenza dell’umanità.