Soluzioni Basate sulla Natura: un possibile rimedio al cambiamento climatico

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L’idea che le Soluzioni Basate sulla Natura (NBS) possano dare un grande contributo alla lotta ai cambiamenti climatici viene promossa con forza da governi, aziende e grandi ONG della conservazione. Ma il movimento di dissenso contro queste Soluzioni è in continua crescita.

Cosa sono le “Soluzioni Basate sulla Natura”?

Le Soluzioni Basate sulla Natura (Nature-Based Solutions, NBS) consistono nell’utilizzo, da parte degli umani, di meccanismi messi in atto, nei secoli e nei millenni, dalla natura stessa, per il benessere del pianeta.
Consiste quindi nel preservare, ripristinare, ricreare ecosistemi che consentono al pianeta di allungare la sua vita in salute.

Soluzioni Basate sulla Natura e la resilienza degli ecosistemi

In passato, molti ecosistemi sono stati alterati perché veniva sottovalutata l’importanza dello stato naturale delle cose e quanto influisse nell’equilibrio.
Oggi si è compreso quanto certi equilibri siano stati collaudati da millenni di evoluzione, e quanto averli alterati abbia comportato una serie di reazioni a catena che hanno compromesso l’equilibrio ambientale.

Un esempio può essere quello del ripristino delle mangrovie sulle coste, che attutiscono l’impatto di vento ed onde sulle zone costiere e assorbono l’anidride carbonica.
Un altro esempio, più vicino alle esigenze del territorio italiano, di utilizzo di soluzioni basate sulla natura è la progettazione di interventi di ri-piantumazione nelle nostre città.

Architettura, Ingegneria, Urbanistica e Pianificazione Territoriale sono discipline che, necessariamente, devono ripensarsi in chiave eco-sostenibile e devono cambiare approccio, in modo che la resilienza degli ecosistemi sia un valore aggiunto da considerare in fase di progetto, e in modo che sia uno strumento “amico” e non un ostacolo. Si deve, quindi lavorare con la natura.




Le NBS per gli enti e per le commissioni

La Commissione europea definisce le NBS come

«soluzioni che sono ispirate alla natura e da essa supportate, che sono convenienti, forniscono al contempo benefici ambientali, sociali ed economici e contribuiscono a creare resilienza; tali soluzioni apportano una presenza maggiore, e più diversificata, della natura nonché delle caratteristiche e dei processi naturali nelle città e nei paesaggi terrestri e marini, tramite interventi sistemici adattati localmente ed efficienti sotto il profilo delle risorse». 

L’ente che si occupa di NBS è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) fondata nel 1948 è stata la prima organizzazione mondiale ad occuparsi di ambiente, ente a cui l’Italia ha aderito nel 1993.
Nello scorso maggio, l’European environment agency (Eea) ha prodotto un rapporto che fornisce informazioni aggiornate sui metodi per mettere in atto le NBS:“Nature-based solutions in Europe”.

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Soluzioni Basate sulla Natura ed ecosistemi

Un ambito particolarmente coinvolto dall’utilizzo delle soluzioni basate sulla natura è la progettazione delle infrastrutture, proprio alla luce del fatto che decenni di progettazione errata hanno creato delle gravi alterazioni al suolo e al sottosuolo.

Si parla di infrastruttura naturalistica per intendere i piani strategici di gestione di zone rurali e foreste, di infrastruttura verde per quei sistemi che mitigano l’inquinamento causato dall’edilizia (si pensi ai tetti verdi e ai giardini verticali).

Si esprime in merito anche il Global risk report 2020, prodotto dal World economic forum:

“Molti Paesi stanno già ripristinando la natura nelle valli fluviali e negli altipiani per ridurre i rischi di inondazioni a valle. Nelle regioni costiere, la vegetazione naturale aiuta a stabilizzare le coste, mentre il rimboschimento è utilizzato spesso per lo stoccaggio del carbonio”.

Critiche dell’attivismo sociale alle Soluzioni Basate sulla Natura

Qualcuno vede nelle Soluzioni Basate sulla Natura una sorta di green washing, perché pensa che il ripopolamento forestale o iniziative simili distraggano da tematiche come la riduzione di anidride carbonica e l’abbandono dei combustibili fossili, e pensano che sia questo il vero motivo per cui l’industria, comprese molte compagnie petrolifere, sarebbe d’accordo alle NBS.

Ad esempio, Survival, movimento per i diritti delle popolazioni indigene, si esprime come particolarmente critico sulle NBS, poiché sostiene che inneschi meccanismi di “finanziarizzazione della natura”, nei quali i soldi passano da aziende inquinanti all’industria “della conservazione”.
Inoltre, la creazione di aree protette causerebbe lo sfratto di molte comunità indigene, e che le “terre” impiegate per la “mitigazione” del clima verranno “rubate” al “Sud del mondo”.

Equilibrio tra ecologia ed equità sociale nelle nostre città

E’ quindi importante trovare un equilibrio tra ecologia ed equità sociale.
Ad esempio, se un’area della città, precedentemente destinata a edilizia economica, venisse destinata ad una riqualificazione ambientale, l’ambiente ne gioverebbe ma si assisterebbe ad un fenomeno di gentrificazione.

E’ per questo che è richiesto un particolare sforzo a chi si occupa di pianificazione, per valutare costi/benefici per i cittadini.

Progettare utilizzando il “Know how” della Natura

La ricerca sulle soluzioni progettuali basate sulla natura è importantissima, perché suggerisce tante soluzioni che gli “operatori dell’antropizzazione” (architetti, ingegneri, urbanisti e pianificatori territoriali) possono mettere in atto per far sì che i loro interventi possano essere il più possibili in armonia col territorio e possano sfruttare il “know how” che la Natura, fino a poco tempo fa a nostra stessa insaputa, possiede per la termoregolazione e il mantenimento delle condizioni ottimali per la vita sul pianeta.

Quando la scienza, ma anche la cosiddetta “scienza dell’abitare” sono a servizio di tutte le forme di vita, e non solo di quella umana, anche progettare può diventare un’azione di salvaguardia e non di irrimediabile alterazione del nostro Pianeta.

Arch. Nath Irriverender Bonnì

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