Dopo il Decreto rilancio, con cui Teresa Bellanova ha annunciato alcune procedure di regolarizzazione rivolte ai braccianti agricoli, in molti sono rimasti insoddisfatti. Non parliamo solo dei partiti di destra che hanno fatto dei clandestini le loro vittime preferite. Quanto previsto dal governo non è abbastanza per far uscire centinaia di migliaia di lavoratori dallo sfruttamento.
Per accedere alla regolarità i braccianti dovranno ottenere la collaborazione del proprio datore di lavoro. Inoltre solo i lavoratori con permesso di soggiorno scaduto dopo l’ottobre 2019 potranno accedere alla procedura. Ad essere contestato però non è solo il meccanismo previsto dal decreto, ma anche, a livello comunicativo, la modalità con cui il discorso sul caporalato è stato trattato dalla politica italiana. I migranti che raccolgono la nostra frutta e verdura infatti continuano ad essere visti solo per la loro utilità.
Aboubakar Soumahoro, bracciante e sindacalista, ha lanciato così uno sciopero al grido di “io non sono invisibile”. Diletta Bellotti, per solidarietà allo sciopero dei braccianti, ha organizzato un sit-in nel cuore di Roma.
Video di Veronica Capossela
Alle 18 gli attivisti di pomodoro rosso sangue si sono incontrati a Circo Massimo, per mostrare tutta la loro solidarietà allo sciopero dei braccianti. Si chiedono condizioni di vita umane per chi lavora nei campi, un salario adeguato e il riconoscimento dei diritti fondamentali. Il problema del caporalato va affrontato alla radice, parlando di grande distribuzione e di sfruttamento.
Aboubakar Soumahoro invita le istituzioni a non considerare i braccianti solo in funzione della loro utilità, ma a considerarli nel loro essere umani.
Diletta Bellotti, il cui obiettivo è dare maggiore risalto alle lotte che i braccianti portano avanti, ha rilanciato lo sciopero organizzando un sit-in nella capitale. Da attivista, Diletta quotidianamente lavora alla sensibilizzazione riguardo al tema del caporalato, usando i social network, dove ha ben spiegato anche cosa non va nel decreto rilancio:
Questo decreto ha diversi limiti: il primo è quello di non vedere questi lavoratori come delle persone che hanno bisogno di dignità giuridica, ma come lavoratori essenziali in un momento d’emergenza. Il secondo limite sta nel fatto che alla regolarizzazione possono accedere pochi braccianti: coloro a cui è scaduto il permesso di soggiorno dopo ottobre 2019. Infine, si può fare domanda di regolarizzazione solo con l’appoggio del proprio datore che dovrebbe autodenunciarsi e pagare 400 euro”
Mentre quindi la destra sovranista accusa il governo Conte di regolarizzare i clandestini e di non curarsi degli italiani, in realtà il mondo del bracciantato continua a lamentare la disumanità delle proprie condizioni.