Perdonate la mancanza di rispetto, si scherza ovviamente, verso l’astro che ci permette di vivere ma la notizia della ricerca proveniente dal Max Planck Institute for Solar System Research e pubblicata su Science afferma proprio che il Sole è poco attivo, perlomeno in questa fase della sua lunga vita, anche rispetto a stelle simili.
Tutti sappiamo che nell’universo ci sono tipologie di stelle con una vita molto più turbolenta e che questo rende molto poco probabile che i loro sistemi planetari possano ospitare la vita, ma lo studio firmato dal dottor Sami Solanki del suddetto istituto insieme al dottor Alexander Shapiro ed ad altri colleghi afferma che la nostra stella risulta meno attiva rispetto alla media delle stelle simili che vengono osservate dagli astronomi.
Ma vediamo cosa hanno fatto gli astronomi: solo in anni recenti la comunità scientifica ha cominciato ad avere montagne di dati su un numero enorme di stelle. Il team ha preso i dati relativi a ben 150000 (centocinquantamila!) astri che sono nella sequenza principale (non apro qui un articolo divulgativo su cosa vuol dire, diciamo che sono stelle mature, non all’inizio della loro vita e nemmeno nelle fasi finali, sono in quella fase in cui un astro trascorre la maggior parte della sua vita). In seguito si è cominciato a raffinare il gruppo, ad esempio il Sole ruota sul proprio asse in 24 giorni e mezzo, quindi loro hanno selezionato solo le stelle con un periodo di rotazione tra i 20 e i 30 giorni. I dati sulle 150000 stelle vengono principalmente dal Kepler Space Telescope della NASA ma i ricercatori hanno utilizzato anche dati raccolti dal suo omologo, il Gaia Space Telescope dell’ESA, così hanno continuato a ridurre il campione in base ad altre caratteristiche della nostra stella , fino a rimanere con una selezione di 369 stelle simili al nostro Sole sotto molti aspetti fondamentali.
Nel periodo 2009-2013 l’irraggiamento del Sole ha subito fluttuazioni medie pari solo allo 0,07%, con grande sorpresa degli astronomi la stragrande maggioranza degli astri selezionati ha mostrato fluttuazioni della luminosità molto più marcate. in media ben cinque volte più forti. In realtà ammettono gli scienziati la ricerca potrebbe avere una “falla”, per alcune delle stelle osservate col telescopio Kepler non è possibile sapere il tempo di rotazione, quindi hanno esaminato anche 2500 stelle con tempo di rotazione sconosciuto e gli altri parametri simili a quelli del nostro Sole, in questo caso le fluttuazioni sono meno intense.
Qual è la conclusione dunque? Ci sono due possibilità, una è che ci sia qualche fondamentale caratteristica che ancora non comprendiamo, specie tra stelle di cui conosciamo il periodo di rotazione e altre di cui non lo conosciamo. L’altra possibilità è che queste stelle più attive ci mostrano quello che il nostro Sole è stato e potrebbe tornare ad essere, in fondo il Sole è poco attivo almeno da 9000 anni, ma cosa sono sono nella vita della nostra stella? Però non cominciate a preoccuparvi, non c’è nessuno indizio che questa fase stia per terminare, anzi negli ultimi anni la nostra stella ha mostrato un calo di attività.
Roberto Todini