Dire ‘utopia per realisti’ sembra un paradosso, ma questo è il titolo del libro di Rutger Bregman che ha posto molti interrogativi sulla società moderna, e che da delle soluzioni sorprendenti.
L’idea che abbiamo dell’ utopia è questa: un paese della Cuccagna tanto fantasioso quanto impossibile. Eppure l’autore del bestseller “Utopia per realisti” ci dice che le utopie nella storia hanno la tendenza a realizzarsi: l’abolizione della schiavitù, l’uguaglianza di genere, la democrazia. Certamente non sono conquiste perfette, ma sono conquiste, e le nostre società oggi le vedono come elementi ovvi delle società moderne e progredite. Per questo Bregman parla di utopia realizzabile: l’elemento che sta facendo più parlare è l’introduzione del reddito minimo universale o meglio ancora “soldi gratis per tutti”. Quest’idea fa generalmente alzare tre obiezioni:
- Costa troppo. Questo poteva essere vero 2 secoli fa, ma oggi le nostre società sono così avanzate e ricche, che certamente potrebbero permettersi di sostenere un reddito minimo di base, anche perché gli esperimenti condotti finora provano che questo farebbe scendere i costi della sanità, del welfare e della criminalità, e renderebbe i cittadini più istruiti e creativi, essendo liberi dalla morsa della povertà. Si è calcolato che eliminare la povertà negli Stati Uniti costerebbe 175 miliardi di dollari, il che sembra un’infinità di denaro, ma in realtà corrisponde solo a un quarto della spesa militare americana.
- Le persone smetteranno di lavorare. Quando si chiede alle persone se smetterebbero di lavorare avendo una somma mensile necessaria a coprire le proprie spese di alloggio, cibo ed educazione, la maggior parte di loro risponde negativamente. Molti infatti lavorano per perseguire sogni ed ambizioni, ed avere la sicurezza economica per perseguirli senza paura di fallire non farebbe altro che incrementare creatività e manterrebbe il livello di produzione.
- Non succederà mai. Questa utopia è molto bella ma appunto perché utopia… non succederà mai. Ebbene, pochi sanno che il presidente americano Nixon (sì, quello dello scandalo Watergate) negli anni 70’ introdusse una proposta di legge che avrebbe garantito uno stipendio minimo ai cittadini americani con basso reddito. La proposta passò alla Camera, ma si arenò al Senato per ben due volte, perché i senatori avrebbero voluto che la somma mensile fosse più abbondante. Il progetto, che fece molto scalpore e che incontrava il favore dell’America, venne così dimenticato. Dunque, il progetto è realizzabile e si possono presentare esempi ben riusciti.
A Londra, il problema dei senzatetto costava troppo alle casse dello Stato, e le soluzioni fino ad allora proposte non avevano funzionato. Perciò si pensò alla soluzione più semplice: dare a 13 di loro 3000 sterline, senza dire loro come spenderli. Gli si chiese solo: di cosa credi di avere bisogno? Gli assistenti sociali si aspettavano che essi spendessero i soldi in cibo spazzatura, alcol e droghe, invece i senzatetto spesero solo 800 di quelle sterline in un anno e sempre in quell’anno 7 di loro avevano già un tetto sopra la testa, e altri 2 erano in lista per ottenere un alloggio. Ognuno di loro fece qualcosa per migliorare la propria vita e condizione economica: corsi di giardinaggio, corsi di cucina, percorsi di disintossicazione. Tutto ciò costò 50.000 sterline, inclusi gli stipendi degli operatori, meno di quanto erano costati i programmi di “aiuto” fallimentari utilizzati fino a quel momento.
Gli esperimenti come questo sono molteplici ed è strano che non se ne parli. In Liberia si decise di regalare qualche centinaio di dollari ad alcuni poveri delle baraccopoli con problemi di droga, criminalità e alcolismo. Tre anni dopo essi avevano speso i loro soldi per cibo, medicine, vestiti, e qualcuno di loro li aveva utilizzati per avviare piccole imprese. Se nemmeno loro, i “poveri della peggior specie” non avevano buttato via i soldi, chi dunque lo farebbe?
A Dauphin, Canada negli anni ’70 era stato condotto un esperimento che garantiva agli abitanti di questa piccola cittadina un fisso mensile che li sollevasse dalla soglia di povertà. I dati sono di nuovo positivi: i giovani avevano posticipato matrimonio e famiglia per studiare più a lungo, il che si traduceva in maggiore parità tra i sessi, costi minori per la sanità, diminuzione della violenza domestica.
Esperimenti come questi sono stati condotti in Brasile, Messico, India, Sudafrica e altri paesi, e tutti danno lo stesso risultato: dare soldi gratis ai poveri li responsabilizza, gli ridà dignità e mente lucida per pensare a come meglio costruire il proprio futuro, non avendo il problema pressante di vitto, alloggio e spese sanitarie. Allo stesso tempo, si tagliano i costi dell’industria del welfare, poiché ognuno amministra i soldi ricevuti nel modo che preferisce. Alla luce di questi fatti, sembra davvero che la semplicità e la fiducia nel genere umano ripaghino, sia sul fronte sociale e morale, che su quello finanziario. E che l’ utopia, se ben organizzata, può essere realistica e realizzabile.