Ieri, 14 Dicembre 2020, la ricerca del soldato Martin Adler è giunta al lieto fine: li ha ritrovati.
Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, i tre fratellini della casa di Monterenzio sono ancora vivi, a 76 anni dagli orrori della guerra.
Ci pensava da quel giorno d’autunno del 1944, quando aveva appena compiuto 20 anni e invece di vivere la gioventù era impegnato nella liberazione dell’Italia dai nazifascisti sulla Linea Gotica, nei pressi dell’Appennino bolognese, un’ opera difensiva fortificata costruita dall’esercito tedesco durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale. Il suo compito era stanare i nazifascisti rimasti nascosti.
Era stato l’unico momento di dolcezza e umanità che avevano scosso il soldato Martin Adler dall’assuefazione degli orrori della guerra e lui non lo aveva più dimenticato. Originario del Bronx, New York, figlio di un immigrato ungherese di religione ebraica, dal 1944 al 1945 combattè in Italia contro i nazifascisti – gli stessi che sterminarono una parte della sua famiglia.
La cesta dei miracoli
Nell’ottobre del 1944 era entrato in quella casa silenziosa insieme al suo compagno John Bronsky e avevano sentito un rumore sospetto. Al centro della stanza c’era un grosso cesto di vimini con una coperta. I due soldati avevano imbracciato il mitra quando era entrata una donna che aveva gridato:
“Bambini! Bambini!”
Come un miracolo, dalla coperta, uno dopo l’altro, erano spuntati i tre visi sorridenti dei bambini, straniti e divertiti dalla presenza dei due giovani in divisa.
Feci il più bel sorriso del Mondo ed io e John iniziammo a ridere, felici di non aver premuto quel grilletto. Non ce lo saremmo perdonati tutta la vita.
“Can I take a picture?”
“Posso scattare una foto?” aveva chiesto il soldato Martin Adler e la donna ci aveva
pensato e aveva chiesto di attendere. Si era ritirata ed era tornata dopo un po’ tenendo per mano i figli puliti, pettinati e vestiti a festa. Adler, commosso dalla dignità delle buone maniere della donna, che in tempi difficili e con due estranei in casa si era preoccupata di tramandare quello che a tutti gli effetti sarebbe rimasto un documento storico. E lei voleva che i figli fossero ricordati così, come i suoi unici tesori a cui non è mancata la cura e l’amore nonostante la follia e la disperazione dei tempi che correvano.
Ricorda Bruno Naldi, che adesso ha 83 anni:
Ho visto quel maglione, me lo ha fatto mia madre e mi sono riconosciuto subito.
Dopo la foto, Adler e Bronsky avevano distribuito della cioccolata e si erano congedati.
Quando nel 1945 l’Italia venne finalmente liberata, la foto andò in un cassetto e vi restò fino a pochi giorni fa, quando in piena pandemia il soldato Martin Adler, ormai quasi centenario, ha chiesto alla figlia di esaudire un miracolo di Natale.
In poche ore la foto ha attraversato l’Oceano fino alla pagina social dello scrittore Matteo Incerti, il quale ha fornito i dettagli ai telegiornali affinché diffondessero l’appello.
Mafalda Naldi, 81 anni, era nel tepore della sua casa quando è sobbalzata riconoscendo se stessa e i fratelli in quella foto ormai dimenticata. Ha ricordato il cesto, le divise e quei due giovani soldati del 339h Reggimento della 85esima divisione USA, quello scatto di pace e umanità che imponeva normalità nel momento storico più drammatico dell’Italia.
La notizia è giunta in fretta agli altri fratelli e, infine, al soldato Martin Adler, che li ha finalmente rivisti in una videochiamata esclamando in un italiano stentato:
Ciao Bambini! Vuoi cioccolata?
Proprio come allora.