Soffitto di cristallo: avremo mai un Presidente della Repubblica donna?

soffitto di cristallo

Nelle ultime settimane non si fa che parlare della possibilità che una donna venga eletta Presidente della Repubblica, il prossimo febbraio. I nomi in campo sono quelli di Marta Cartabia, Rosy Bindi, Emma Bonino e tante altre. Sarebbe senza dubbio una buona notizia, se non fosse per quella invisibile barriera che rende difficile alle donne raggiungere ruoli di vertice: il famigerato soffitto di cristallo.

Cos’è il soffitto di cristallo?

Il soffitto di cristallo è quell’insieme di barriere psicologiche, sociali e culturali che impediscono ad alcune categorie di persone di raggiungere i gradini più alti della scala gerarchica. Il soffitto di cristallo riguarda tutti gli ambiti della vita pubblica, dal mondo del lavoro alla politica. Ed è un problema che affligge soprattutto le donne. Ve lo aspettavate?

L’impossibilità di infrangere il soffitto di cristallo in politica

Quello politico è un settore tradizionalmente considerato maschile, in cui le donne hanno faticato a inserirsi ed emergere. Ne abbiamo avuto conferma in occasione delle elezioni amministrative dello scorso settembre. Il numero delle candidate alla carica di sindaco infatti è stato esiguo.

La scarsa partecipazione delle donne alla politica attiva, tuttavia, è solo uno degli aspetti che rende evidenti le differenze tra uomini e donne in campo politico. Un problema ancor più insidioso è, appunto, quello della segregazione verticale che conferma una forte discriminazione di genere.



In Italia, l’impossibilità di infrangere il soffitto di cristallo è piuttosto evidente. Nonostante la presenza di donne in Parlamento sia aumentata nel corso degli anni, nessuna donna ha mai ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio e, men che meno, quello di Presidente della Repubblica. Anche il numero di ministeri affidati alle donne è limitato. Inoltre, in tutta la sua storia repubblicana, l’Italia ha avuto solo tre donne alla presidenza della Camera dei Deputati: Nilde Iotti, Irene Pivetti e Laura Boldrini. Mentre solo una donna è stata Presidente del Senato: Maria Elisabetta Alberti Casellati, ancora in carica.

Le ragioni che concorrono a mantenere saldo il soffitto di cristallo sono diverse. Alcune delle più importanti sono la persistenza degli stereotipi di genere e il sistema mediatico, che contribuisce a diffonderli.

Il ruolo degli stereotipi di genere

Alcuni degli stereotipi più diffusi in politica sono quello secondo cui donne e uomini hanno capacità cognitive diverse e quello per cui donne e uomini hanno competenze politiche differenti.

In base a questi, gli uomini sono considerati più forti e razionali e, di conseguenza, sono visti come leader migliori. Oltre ad essere ritenuti competenti in materie come l’economia, la finanza o la difesa.

Al contrario, le donne sono considerate dolci, compassionevoli e dedite alla cura, per cui le materie di loro competenza sarebbero quelle relative alla famiglia e all’istruzione. La leadership non è contemplata. Così, si trovano costrette a dimostrare di essere forti e razionali come gli uomini, senza però reprimere eccessivamente la propria femminilità, per non rischiare di apparire aggressive. Perché, si sa, l’aggressività mal si concilia con l’essere donna.

Il sistema mediatico

Come se non bastasse, ad esasperare ulteriormente la situazione contribuisce il sistema mediatico. Lo fa, in primo luogo, garantendo alla donne politiche una copertura mediatica inferiore rispetto a quella di cui godono gli uomini. In secondo luogo, utilizzando particolari narrazioni per raffigurare le donne politiche che, nella maggior parte dei casi, svalorizzano e banalizzano la figura delle stesse.

I media descrivono, ad esempio, le donne politiche come le prime a fare qualcosa. Ecco, usare questo tipo di narrazione alimenta lo stereotipo per cui le donne in politica costituiscono un’eccezione. Oppure rappresentano le donne politiche innanzitutto come donne e solo in un secondo momento come soggetti politici. Così facendo tolgono spazio a cose ben più importanti del genere di appartenenza, ad esempio la carriera politica e le competenze.

A tutto ciò va aggiunto l’interesse smisurato che i media tradizionali hanno verso la vita privata, l’aspetto fisico e l’abbigliamento delle donne politiche. Interesse che non viene riservato agli uomini politici, o quantomeno non nella stessa misura.

In conclusione

È chiaro che l’immagine delle donne politiche ne esca del tutto indebolita. Come può una donna politica essere considerata credibile se viene rappresentata dai media solo in quanto donna? E inoltre, come può una donna amorevole, dolce ed emotiva essere una leader autorevole? La diffusione degli stereotipi di genere, insieme a una cultura patriarcale e androcentrica, porta a ritenere che ciò non sia possibile.

Ecco spiegato il soffitto di cristallo.

A fronte di ciò,  siamo ancora certi della possibilità che il prossimo Presidente della Repubblica sarà donna?

Federica Fiorello

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