Sofferenza psicologica: mai più invisibili, chiedete aiuto

sofferenza

La sofferenza psicologica è in aumento all’alba del terzo anno di pandemia. La situazione è talmente critica che arriva un Fondo ad hoc per curarsi.

Sofferenza psicologica e covid

Si parla di un incremento di depressione maggiore, +28%, e di ansia,  +26% , come frutto della pandemia. Il Covid sembra una corsa ad ostacoli che mette alla prova innanzitutto la nostra mente. Paura per la propria salute, solitudine, problemi del sonno sono solo alcuni dei disagi più comuni. Abbattuti sono anche i bambini e i ragazzi, soprattutto a causa della compressione della vita sociale e della rottura della routine scolastica. Secondo la rivista scientifica Lancet, il 25% dei giovani dai 18 ai 24 anni ha dichiarato di aver iniziato a fare uso di sostanze proprio durante la pandemia, incrementando così  l’oltre un milione di persone affette da dipendenze. Save the Children ha stimato che l’83% dei più piccoli in tutto il mondo sta covando più sentimenti negativi come rabbia, tristezza, solitudine. Solo in Italia due milioni di adolescenti sono in sofferenza psicologica, molto spesso ricorrono a pratiche autolesioniste.




Ansia e depressione

Intorno alla sofferenza mentale c’è ancora troppa confusione. Innanzitutto i momenti di ansia e di tristezza sono più che normali.  L’ansia è un fenomeno naturale cosciente: la nostra mente reagisce a un pericolo esterno con una forte preoccupazione. L’ansia è quel motore positivo che ci tiene vigili durante un colloquio  oppure ci salva dal pericolo. Il problema è quando l’ansia si manifesta in forma quotidiana e senza controllo. Una spirale di paura ingiustificata che provoca malessere fisico e disagio mentale. La depressione è invece un disturbo dell’umore: un’intensa tristezza che porta con sé bassa autostima e mancanza di interesse  per qualsiasi attività, anche per le più semplici o divertenti.  Questi disturbi non elaborati possono portare all’abbandono del lavoro, della scuola e degli affetti. Oppure a forme di controllo pericolose, come il ferirsi, nel tentativo di gestire disperatamente il malessere. Se ti senti così  non esitare a chiedere aiuto.

Il Fondo di Stato per la salute mentale

Da qui il Fondo per la salute mentale, da ieri in discussione al Parlamento. Una piccola ma grande aggiunta alla legge di bilancio per aiutare chi soffre. Innanzitutto economicamente. Se ti rompi un braccio vai all’ospedale che è pubblico. Allo stesso modo deve accadere con le ferite della psiche. Lo Stato si fa sostegno per l’aiuto psicologico. L’importanza però del Fondo per la salute mentale sta anche nella volontà di spezzare lo stigma sociale che da sempre aleggia intorno alla sofferenza psicologica.

Fuori dall’ombra

Il sommerso è poco quantificabile. I 2/3 di chi soffre di ansia e depressione sono donne: con la pandemia sono state le prime a prendere su di sé tutto il carico del lockdown e della DaD. L’altissima disoccupazione femminile inasprisce situazioni domestiche dolorose  e limita l’indipendenza economica delle donne. Lo psicologo finisce in fondo alla lista di cose da fare. Circa il 26% degli uomini fatica a chiedere aiuto. La pressione sociale che vuole l’uomo forte, poco emotivo e garante della stabilità emotiva della famiglia è un pregiudizio duro a morire. Così molti uomini vivono con vergogna il bisogno di cure mentali. Il Fondo per la Salute mentale ha così una doppia funzione. Quella di andare in soccorso a chi non ha i mezzi economici per curarsi ma anche rendere accettata la sofferenza mentale: occorre uscire dall’ombra e cancellare un’utile vergogna.

Alice Porta

 

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