Con il progetto SOCLIMPACT l’Europa si è posta l’obiettivo di analizzare i rischi socio-economici e ambientali del cambiamento climatico su isole e arcipelaghi dell’UE.
La vulnerabilità delle isole alle conseguenze del cambiamento climatico (CC) è un’evidenza ormai nota da tempo. Tuttavia, l’assenza di modelli attendibili circa l’impatto socio-economico e ambientale del CC sul futuro di queste realtà ha spinto le autorità governative europee alla realizzazione del progetto SOCLIMPACT. Difatti, l’attuazione di strategie efficaci richiede sia una conoscenza approfondita del problema sia la disponibilità di dati attendibili, che prima non si avevano.
Il progetto SOCLIMPACT
Finanziato dal programma Horizon 2020, si è concluso dopo più di 3 anni di lavoro. Un progetto ambizioso, che ha visto il coinvolgimento di diversi enti di ricerca e università per un totale di 24 partner, tra cui l’Università di Bologna e il CAST di Rimini. In particolare, l’elaborazione di modelli di previsione degli effetti del cambiamento climatico sulle isole ha interessato quattro settori:
- acquacoltura;
- energia;
- trasporti marittimi;
- turismo.
Adesso, l’obiettivo primario da raggiungere sarà monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulle isole europee nell’arco temporale 2030-2100.
Le isole
Il consorzio SOCLIMPACT ha coinvolto diverse isole, per la precisione 12, e anche alcuni arcipelaghi dell’UE. Nello specifico:
- Piccoli stati come Cipro e Malta;
- Isole europee, quali Fehmarn, Baleari, Sicilia, Sardegna, Corsica e Creta;
- Regioni ultraperiferiche europee, ovvero le Azzorre, Madeira, Isole Canarie e Indie occidentali francesi.
L’acquacoltura
L’allevamento di specie acquatiche, quali pesci, molluschi e alghe, è finalizzata alla produzione di cibo per il mercato. Spesso confusa con la pesca, l’acquacoltura ha diversi aspetti in comune, ma rimane un’attività differente, poiché non contempla la sola raccolta degli esemplari, ma anche l’allevamento controllato.
Una gestione inadeguata del settore può essere un problema importante, soprattutto in termini di sostenibilità; tuttavia, anche il cambiamento climatico influisce notevolmente sulla sua praticabilità e gestione. In particolare, le zone costiere sono molto vulnerabili all’innalzamento della temperatura delle acque, alle variazioni delle correnti marine e all’intensità degli eventi metereologici estremi. Ad esempio, le acque più calde promuovono la proliferazione di alghe nocive, diminuendo di conseguenza la disponibilità di ossigeno per tutte le altre specie. Inoltre, tendono a prolungare la stagione di riproduzione, incrementando il tasso di crescita delle popolazioni.
Invece, episodi estremi, quali le mareggiate e le tempeste, alterano per lunghi periodi la salinità media delle acque, apportando danni, talvolta irreversibili, agli ecosistemi marini. In aggiunta, spesso le manifestazioni atmosferiche gravi danneggiano gli edifici sulle coste e quindi il turismo.
L’energia
Le isole devono prodursi l’energia elettrica, in quanto sono fisicamente distaccate dalla terraferma. Tale condizione rende il processo non solo tecnicamente più complesso, ma anche molto più costoso (circa 3 volte maggiore). L’energia ricavata da fonti marine rinnovabili (FER) non è una merce che può essere immagazzinata o trasportata su lunghe distanze, pertanto alimenta esclusivamente le isole circostanti gli impianti. Tra le principali fonti FER si annoverano le onde, le maree, le correnti, i gradienti di temperatura e di salinità. Purtroppo, tutte queste componenti risentono del cambiamento climatico e, quindi, le loro eventuali alterazioni hanno inesorabilmente degli effetti sulla produzione.
Ad esempio, l’innalzamento del livello del mare può danneggiare le infrastrutture elettriche istallate in prossimità delle coste, con conseguente aumento delle spese di manutenzione e costruzione delle stesse. Inoltre, elevate concentrazioni di CO2 favoricono l’acidificazione degli oceani e quindi la corrosione degli edifici marini esposti. In ultimo, con l’innalzamento delle temperature la domanda di elettricità sulle isole tende ad aumentare esponenzialmente sia per il consumo cittadino (es. i condizionatori) sia per la produzione di acqua tramite desalinizzazione.
Il trasporto marittimo
In linea generale si fa riferimento sia al trasferimento di merci sia di passeggeri, poiché entrambi hanno un ruolo importante. L’innalzamento del livello del mare è un rischio per i porti, che possono danneggiarsi a seguito delle inondazioni e, inoltre, non favorisce il turismo. Infatti, le persone percepiscono il fenomeno come un pericolo per la loro incolumità e prediligono altre mete.
Problema non indifferente per il trasporto marittimo sono anche gli eventi atmosferici intensi, poiché spesso costringono le capitanerie di porto a interrompere la navigazione con conseguenti danni all’economia.
Il turismo
L’università di Bologna e il CAST hanno focalizzato la loro attenzione su questo aspetto del progetto SOCLIMPACT. In particolare, afferma il professore di Scienze Economiche Paolo Figini, “il nostro contributo si è concentrato sull’introduzione di metodologie sperimentali per stimare l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico”. Infatti, i cambiamenti climatici influenzano molto negativamente questo settore, che risente non solo della degradazione generale degli ambienti costieri, ma anche della perdita di aree balneari su cui recarsi.
Attualmente sulle isole il turismo è spesso una fonte importante di guadagno, se non la primaria e unica presente. Quindi, dal momento che la perdita di turisti avrebbe degli effetti deleteri sull’economia di molte isole, il progetto SOCLIMPACT ha definito una serie di modelli di proiezione dei rischi sul medio (2046-2065) e lungo periodo (2081-2100). In generale, per il settore turistico sono stati identificati 5 rischi legati al cambiamento climatico:
- l’aumento della temperatura dell’aria, che determina alterazioni nella composizione faunistica e floristica delle isole e facilita la diffusione di malattie infettive;
- l’incremento della temperatura del mare, che promuove sia lo sbiancamento dei coralli sia la degradazione degli ecosistemi marini, spesso aggravata dall’insediamento di specie aliene;
- l’innalzamento del livello del mare, che velocizza l’erosione costiera e la salinizzazione dei bacini idrici sotterranei;
- i lunghi periodi di siccità, che alterano gli habitat naturali, desertificandoli soprattutto con l’aumento degli incendi;
- una maggiore intensità degli eventi climatici estremi, i quali portano spesso al degrado delle spiagge per deposito di materiali esterni.
La raccolta dati
In questi lunghi mesi di lavoro, è stata raccolta una mole di dati considerevole grazie alla quale è possibile l’elaborazione di modelli di proiezione molto affidabili. Adesso, per ognuno degli scenari contemplati, sarà opportuno progettare anche delle strategie efficaci al raggiungimento degli obiettivi prefissati dal progetto. Per questo, è nato il Sistema REIS (Regional Exchange Information System), una piattaforma nella quale ci sono tutti i dati su cui tutti gli esperti sono invitati a discuterne. Inoltre, si dà la possibilità di proporre idee innovative circa una gestione sostenibile delle isole, in relazione al cambiamento climatico.
SOCLIMPACT, gli obiettivi
Dal momento che una comprensione approfondita del problema era ormai divenuta urgente, il progetto europeo, seppur ambizioso, si è posto degli obiettivi molto precisi. Infatti, dal miglioramento della valutazione economica degli impatti climatici al fornire informazioni scientifiche accurate, SOCLIMPACT vuole dare all’Europa un quadro metodologico completo ed efficace per facilitare poi tutti gli iter decisionali circa l’attuazione di politiche economiche e ambientali effettivamente sostenibili.
Le isole sono paradisi e luoghi di riproduzione per l’unicità e l’anomalia. Sono laboratori naturali di stravaganti sperimentazioni evolutive.
Nell’immaginario comune l’isola è un rifugio dell’anima, un luogo nascosto e dimenticato dove trovare tutto quello che nella quotidianità ci sfugge o sembra un ricordo lontano. Non a caso, anche il mondo delle letteratura è ricco di storie avvincenti, romantiche o di fantasia, ambientate proprio sulle isole, laddove l’immaginazione non trova limiti alla sua espressione. Da Omero a Daniel Defoe ed Emilio Salgari, ma anche Virginia Woolf ed Elsa Morante, tanti autori hanno preferito le isole quale scenario ottimale per plasmare storie e personaggi dei loro capolavori.
E se la letteratura da un lato offre un diario romantico di terre lontane e meravigliose, la scienza oggi ci sottolinea la loro grande vulnerabilità, nella speranza che i libri non rimangano un giorno l’unica testimonianza di un patrimonio inestimabile di bellezza e ricchezza.
Carolina Salomoni