Snowden, dopo sette anni la vittoria in tribunale: Nsa ha agito illegalmente

Snowden

Oggi, per chi ha seguito la vicenda di Edward Snowden, è un giorno importante. Il dibattito attorno alla circolazione di informazioni personali è tema sempre più stringente. Oggi infatti il tribunale americano ha scagionato Snowden, giudicando “illegali” i metodi adottati dall’Nsa (National Security Agency). Per coloro che non dovessero conoscere la travagliata storia di Snowden si proverà a illustrarla sinteticamente.

Nato nel 1983 Edward è famoso per essere stato un abile collaboratore della Cia e in seguito della Nsa. Nel 2013, lavorando presso un’azienda consulente dell’Nsa (Booz Allen Hamilton), si è trovato davanti a programmi che non gli sono piaciuti per niente. Ha assistito ad un modo assolutamente non etico di sorvegliare i cittadini, tramite continue intromissioni, non necessarie, nella loro privacy e la raccolta continua di dati personali. Così, in quello stesso anno, Snowden, dopo vani tentativi di manifestare le sue preoccupazioni all’Nsa, decide di rivolgersi a tre giornalisti. Grazie a Glenn Greenwald, Laura Poitras e Ewen MacAskill Edward Snowden è riuscito a rendere pubblici dei documenti top secret, mostrando a tutti le modalità tramite cui l’Nsa sorveglia i cittadini (e non solo). Contemporaneamente il governo americano lo ha accusato di spionaggio e tradimento, revocandogli il passaporto. Negli ultimi anni ha concesso numerose interviste e persino pubblicato libri.




Snowden: la sentenza del tribunale

Dal 2013 Snowden risiede in Russia, dove ha richiesto asilo politico. Fino ad oggi la sua vita è stata sempre quella di un ricercato. La sentenza del tribunale, tuttavia, ribalta le carte in tavola. È stato dichiarato infatti che Prism, il programma informatico di sorveglianza adottato dall’Nsa, era senza dubbio illegale. Questa sentenza ha potrebbe cambiare molte cose. Prima fra tutte la permanenza di Snowden, il quale ha recentemente scritto un tweet per esprimere la sua soddisfazione. I suoi sforzi e i suoi sacrifici non sono stati vani.

Non avrei mai immaginato che sarei vissuto abbastanza da vedere i nostri tribunali condannare le attività dell’Nsa come illegali e nella stessa sentenza mi accreditano per averle smascherate.

Eppure quel giorno è arrivato.

L’impresa che ha condotto Snowden è più che mai attuale, da diversi punti di vista. Primo fra tutti per il tema dei big data, sempre più al centro dell’attenzione dei colossi digitali e sempre più merce di scambio. Infine per aver continuato a battersi affinché la gente conoscesse la sua verità, perchè fosse più consapevole. Sicuramente è un gesto che ha responsabilizzato maggiormente tutti noi (si veda, a proposito il film uscito nel 2016), ma probabilmente ne serviranno altri.

 

 

Jacopo Senni
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