Andrea Umbrello
Direttore Editoriale di Ultima Voce
L’annessione della Cisgiordania entra ufficialmente nell’agenda del governo israeliano con la spinta del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che punta a consolidare il controllo sul territorio occupato entro il 2025. Lo squallido obiettivo è anticipare il nuovo mandato di Donald Trump, confidando nel supporto americano per rafforzare la “sovranità” israeliana in un’area strategica e contestata.
Annessione della Cisgiordania: Smotrich avvia i preparativi
Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, esponente della destra estrema, ha avviato i preparativi per l’annessione della Cisgiordania occupata entro il 2025. Secondo quanto dichiarato da Smotrich, lazione precede l’insediamento del neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, previsto per gennaio 2025. Smotrich, figura influente nel governo, ha infatti dichiarato di voler accelerare il processo di estensione della “sovranità israeliana” in Cisgiordania, sperando che la prossima amministrazione americana possa sostenere tale spinta.
Il piano di sovranità e il ruolo di Smotrich nel governo
Smotrich ricopre un incarico presso il Ministero della Difesa, da cui gestisce l’amministrazione della Cisgiordania occupata e il sistema di insediamenti israeliani. Smotrich, residente lui stesso in uno di questi insediamenti, si è espresso sui social, definendo il 2025 come “l’anno della sovranità in Giudea e Samaria” (il termine biblico usato per la Cisgiordania). Durante un incontro con la sua fazione di estrema destra alla Knesset, il ministro ha accolto la vittoria elettorale di Trump, sottolineando la volontà di Israele di stabilire una presenza definitiva nei territori occupati.
“Ho diretto l’inizio dei lavori per predisporre l’infrastruttura necessaria all’applicazione della sovranità israeliana in Giudea e Samaria“, ha affermato Smotrich.
Consenso interno e opposizione internazionale
All’interno della coalizione al governo in Israele, secondo Smotrich, esiste un consenso diffuso sull’annessione della Cisgiordania e sulla netta opposizione alla creazione di uno Stato palestinese. L’obiettivo di Smotrich è quello di “rimuovere il pericolo” di uno Stato palestinese, consolidando il controllo sugli insediamenti.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha definito le parole di Smotrich una conferma dell’intenzione di Israele di annettere la Cisgiordania, una flagrante violazione del diritto internazionale. Abu Rudeineh ha inoltre evidenziato le responsabilità degli Stati Uniti nell’offrire un continuo sostegno all’aggressione israeliana, avvertendo sulle possibili ripercussioni di queste politiche.
Posizione del governo e cautela da parte di Gideon Saar
Nonostante il solito appiglio incentrato sulla sicurezza espressa da Smotrich, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha sottolineato come non sia stata ancora presa una decisione definitiva sull’annessione della Cisgiordania. Saar ha dichiarato che la questione sarà affrontata con cautela e, se necessario, discussa anche con i rappresentanti statunitensi. La Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967, è da anni al centro delle politiche espansionistiche di Tel Aviv, e gli insediamenti israeliani presenti continuano a crescere, nonostante la loro illegalità secondo il diritto internazionale.
Trump e il precedente storico di Gerusalemme capitale
Il presidente Donald Trump, durante il suo primo mandato, ha preso decisioni significative a favore di Israele, come il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale israeliana, invertendo una politica statunitense che per decenni si era allineata al consenso internazionale. Trump aveva inoltre presentato un piano per una cosiddetta “entità palestinese” priva di piena sovranità, favorendo di fatto un’espansione degli insediamenti. Questo precedente rappresenta per Smotrich un segnale che la futura amministrazione Trump possa sostenere anche l’annessione della Cisgiordania.
Smotrich e il controllo degli insediamenti nella Cisgiordania occupata
Nel corso di quest’anno, l’amministrazione civile dell’esercito israeliano ha trasferito maggiori poteri a Smotrich per la gestione della Cisgiordania, dandogli il controllo su regolamentazioni edilizie, terreni agricoli e spazi pubblici. Il ministro ha già manifestato la sua intenzione di favorire una maggiore espansione degli insediamenti, vedendo l’annessione come un passo naturale verso la piena sovranità israeliana sulla regione.
Questa posizione radicale di Smotrich, tuttavia, potrebbe portare a nuove tensioni politiche anche all’interno della coalizione di governo guidata da Benjamin Netanyahu, con Smotrich che ha minacciato di destabilizzare la coalizione qualora venisse negoziato un cessate il fuoco con il movimento Hezbollah, attivo al confine nord di Israele.
Reazioni e possibili sviluppi futuri
La volontà di annessione di Smotrich appare ormai un obiettivo chiaro del governo israeliano. La situazione sembra destinata ad esacerbare le divisioni, un groviglio di interessi, paure e ambizioni ha stretto la regione in una morsa sempre più soffocante. E mentre le tensioni si inaspriscono, la speranza di una soluzione pacifica sembra affievolirsi, come un lumino in una notte buia.
Israeliani e palestinesi rimangono in una fase di stallo politico, mentre le nuove pressioni per l’annessione della Cisgiordania potrebbero intensificare il conflitto. Il prossimo passo dell’amministrazione Smotrich e le posizioni della futura amministrazione americana rimangono quindi punti chiave da seguire con attenzione.