Ripercorriamo la storia di “Smile” di Michael Jackson. Il singolo venne infatti eliminato dagli scaffali senza una ragione.
<<Sorridi, anche se il tuo cuore è dolorante.
Sorridi, anche se si sta spezzando.
Quando ci saranno nuvole nel cielo,
andrai avanti se sorridi>>.
E’ il 7 luglio 2009 e Jermaine Jackson canta la canzone “Smile” al funerale di suo fratello Michael.
La scelta non è affatto casuale; al contrario, sa benissimo che quella canzone – con quelle note e quelle parole – sarebbero arrivate lassù e che il grande Michael Jackson avrebbe ascoltato e sorriso. La storia di “Smile” è una storia senza inizio né fine, la cui melodia è forse nata con la nascita dell’universo stesso.
La canzone preferita di Michael Jackson: così la definiscono in molti. Ma non è stata solo questo. La sua vita ha percorso tante strade prima di arrivare alla sua voce e al suo cuore. E oggi, in occasione dell’anniversario della nascita di uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi, ripercorriamo la storia di questa melodia, sempre con il sorriso che continua a prenderci per mano.
Prima tappa: Charlie Chaplin
La prima tappa di “Smile” viene raggiunta nel finale del film “Tempi moderni” (1936).
<<Che senso ha provarci?>>, dice lei.
<<Su con la vita! Non darti per vinta, ce la caveremo>>, risponde lui.
Mano nella mano, iniziano a camminare e la musica fa da sfondo a una delle scene d’amore più belle dello schermo. Non ci sono parole, solo musica. E quella musica l’ha composta Charlie Chaplin, che di quel film è stato protagonista e regista. Una versione strumentale inizialmente, dunque.
Nel 1954, John Turner e Geoffrey Parsons decidono invece di aggiungere un testo, le cui parole saranno la colonna portante dell’intera melodia. La canzone diventa un inno al sorriso, grazie al quale si può essere sempre felici.
Il primo a cantarla è Nat King Cole e poi la figlia Natalie Cole (che la inserirà nel suo album “Unforgettable…with love” del 1991) ma, dopo di loro, si susseguono tantissime altre cover interpretate da Duke Ellingston, Elvis Costello, Eric Clapton, Rod Stewart, Janelle Monàe, Gregory Porter e così via…
Nell’estate del 1958, l’ufficio di Charlie Chaplin scopre che una canzone dal titolo “The Secret of Happiness” scritta da Hoyt Curtin e incisa da Dinah Shore ha la stessa melodia di “Smile”. Dopo essere stato considerato un plagio, qualsiasi utilizzo del brano viene così così immediatamente bloccato.
Seconda tappa: Michael Jackson
Questo è stato il viaggio di “Smile” prima di giungere al cuore di Michael Jackson. Il cantante amava questa canzone e la riteneva essere un inno alla vita vera.
Per questo, nel 1995 viene pubblicata una cover del brano da lui interpretata (con una versione registrata dal vivo assieme all’orchestra) e questa viene inserita nell’album “HIStory: Past, Present and Future, Book I”
Avrebbe infatti dovuto essere tra i singoli previsti: per questo vengono lanciate persino alcune copie promozionali del brano. Misteriosamente, però, l’uscita è cancellata e quelle copie diventano poi pezzi da collezione.
Quello che rende questo disco speciale è proprio il fatto che il brano si basi sulle musiche scritte dallo stesso Charlie Chaplin a cui la canzone fa tributo. A dimostrarlo è l’immagine della copertina in cui Michael Jackson veste i panni di Chaplin ispirandosi a una foto tratta dal film “The Kid”.
Di quel disco, molte copie distribuite non riescono a raggiungere gli scaffali dei negozi e moltissime di queste sono state addirittura ritirate e incenerite, senza mai scoprirne il vero motivo. Si pensa che solo in Germania, Belgio, Olanda e Sud Africa siano riusciti a conservarne qualche copia: del resto non si sa davvero nulla.
“Smile” non è mai stata cantata dal vivo da Michael Jackson e, in alcuni concerti, la canzone veniva solamente trasmessa all’inizio in onore della principessa Diana.
Questa era la sua canzone preferita, che però probabilmente è rimasta ben salda solo nel suo cuore, e non ha mai avuto il successo che meritava.
Terza tappa: tutti noi
Al solo leggere e ascoltare le parole, ci si rende conto che Michael Jackson aveva proprio ragione: questa non è solo una canzone, è un inno alla vita vera. E a tutte le cose belle che possano esistere. Prima di tutto, il sorriso.
E il sorriso di Michael è un’immagine che, ancora oggi, dopo anni dalla sua morte, non possiamo smettere di ricordare. E’ come una foto ricordo stampata dentro di noi e che vorremmo in ogni momento guardare. La cantò suo fratello al suo funerale, e ne siamo convinti.
In quel momento il grande Michael Jackson è diventato piccolo e, come un bambino felice, stava sorridendo davvero.
E ci ha anche detto:
<<E’ il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi>>.
Così abbiamo sorriso anche noi.
Stefania Meneghella