Smart working: il lavoro da casa è più produttivo se ci vestiamo bene

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Dal 1 marzo 2020 il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato un decreto per accedere allo smart working, così da far fronte all’emergenza mondiale. E’ stato raccomandato il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio. Così durante questi ultimi mesi la nostra società ha sperimentato cosa vuol dire lavorare da casa.

In molti desideravano da tempo potersi dedicare al proprio lavoro direttamente dal computer casalingo, senza doversi svegliare presto per prepararsi e raggiungere l’ufficio. Anche gli studenti hanno continuato le lezioni direttamente dal proprio divano, evitando ore di preparazione e spostamento presso le sedi scolastiche. Adesso sappiamo che lo smart working è possibile: si può anche lavorare da casa!

Questo nuovo modo di rapportarci con i nostri doveri quotidiani ci ha dato la possibilità di lasciare da parte abiti scomodi e professionali, in cambio di comode tute e pigiami. Anzi, c’è addirittura chi passa le giornate in mutande e si presenta nelle riunioni in videochiamata solamente con la camicia!

Per un breve periodo è rigenerante non dover badare al proprio aspetto e dedicarsi maggiormente al proprio relax, ma a lungo termine potrebbe diventare controproducente.

Il pigiama controproducente, come è possibile?

Vestire in maniera professionale anche da casa è un consiglio di vita che danno molti coach e tutor nelle piattaforme freelancer per essere più produttivi e motivati.

Nello smart working, così come per il lavoro freelance, viene richiesto di gestire e organizzare il proprio lavoro direttamente da casa e ciò richiede disciplina e pianificazione. Per riuscire in questo obiettivo è importante delineare un luogo di lavoro e creare una routine che dia il giusto distacco dall’ambiente familiare. Indossare abiti comodi ma eleganti anche a casa è un invito al buon umore, oltre che la necessità di creare un ambiente stimolante e professionale. Allo stesso modo è consigliato cambiare gli abiti una volta conclusa la giornata lavorativa smart working, per ridimensionare la mente e lo spazio!




Alla fine, perché ci vestiamo?

I vestiti servono ovviamente per coprirci e proteggerci. Ci vestiamo, differentemente dagli animali, perché siamo esseri intelligenti. Quindi evitiamo indumenti dannosi per la nostra salute, come jeans troppo stretti e scarpe troppo alte. Ma la particolare scelta di determinati capi rispetto ad altri ci permette di esprimere la nostra identità e la nostra appartenenza ad un gruppo. Gli abiti infatti fanno parte della nostra recita sociale e con essi ci immedesimiamo in un determinato ruolo. Per questo motivo, vestirsi in un certo modo può cambiare la nostra giornata.

Cristina Meli

 

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