Con la continua crescita demografica le città – e i territori che attorno a esse si sviluppano – sono sempre più congestionate e le infrastrutture che gestiscono il trasporto urbano e interurbano sono sempre meno capaci di gestire la continua richiesta di un miglioramento del servizio, così da far decidere ai cittadini di utilizzare mezzi privati per potersi muovere. Questa scelta da parte della popolazione causa molti disagi, spesso legati all’ambiente e alla qualità della vita. Non solo: oltre ai costi interni che ognuno deve sostenere per poter garantire la propria autonomia e mobilità, è possibile vedere come i costi esterni della mobilità sostenibile, che gravano sull’intera comunità, sono spesso dovuti a:
- gas effetto serra (salute umana, agricoltura, cambiamenti climatici, disponibilità acqua);
- inquinanti atmosferici (salute umana, danni a edifici, terreno, acque);
- inquinamento acustico (salute umana, interventi su edifici, vibrazioni);
- congestione (perdita di tempo, salute, inefficienza sistema produttivo);
- sicurezza (qualità della vita, salute, incidentalità).
Il settore dei trasporti rappresenta il terzo settore in ordine di maggiori emissioni di CO2 (19,5%), subito dopo il settore industriale. Da ciò la necessità di creare dei piani di urbanizzazione a misura di cittadino e sviluppare forme di mobilità sostenibili ed efficienti è diventato uno dei punti più importanti per lo sviluppo di una smart city. Il progressivo e veloce inurbamento nelle metropoli dei paesi emergenti presenta quasi sempre i caratteri del caos e della spontaneità più marcati, trasformando le opportunità teoricamente offerte dall’agglomerarsi stesso in drammi del disagio, dell’emarginazione, della criminalità, della fame e della povertà. Laddove la disponibilità economica, per fortuna, cresce, la corsa sfrenata al possesso di autovetture private determina condizioni di congestione e di inquinamento inimmaginabili. Tendenze che generano l’esatto opposto della smart city, forse più facile da realizzare in quei contesti che hanno già vissuto il ciclo della vita urbana.
Le città europee sono diverse l’una dall’altra, ma si trovano di fronte alle stesse sfide e sono alla ricerca di soluzioni condivise per una mobilità urbana all’altezza delle aspettative dei cittadini, inventando una “nuova concezione del mobilità urbana”. Motivo per cui sono chiamate in prima linea per sviluppare nuovi metodi per la diminuzione dei gas, attraverso l’utilizzo di sistemi di trasporto più ecologici e di modalità logistiche capaci di diminuire l’utilizzo di mezzi di trasporto privati a vantaggio di sistemi di trasporto collettivi e condivisi. Incentivare, quindi, condizioni per promuovere la smart mobility.
Per favorire questo nuovo sistema di mobilità urbana, devono realizzare una pianificazione territoriale e dei trasporti integrata. Occorre individuare una nuova concezione dello spostarsi, combinando trasporto pubblico e uso condiviso di micro-veicoli ecologici a noleggio come il bike sharing, il car sharing, il car pooling ed altre forme di trasporto collettivo quali i bus a chiamata, i taxi collettivi e non, le navette turistiche.
Oggi la mobilità è sempre più importante nella nostra società. La politica europea cerca quindi di aiutare a risolvere i principali problemi del settore evidenziando quanto sia importante intervenire puntando su queste nuove forme di mobilità condivisa, collettiva e individuale. Per raggiungere questi obiettivi, stabiliti nei vari libri bianchi e nella strategia Europa 2020, l’Unione Europea ha stanziato nel corso del tempo vari sovvenzionamenti attraverso dei programmi creati per agevolare una determinata politica – ambientale, del trasporto, economica, ecc.- .
Oltretutto ha deciso di investire in progetti di ricerca e innovazione che pongano al centro il concetto di raccolta, standardizzazione e condivisione, tramite piattaforme, dei dati relativi ai trasporti, il caso di OPTICITIES. Un importante progetto europeo, recentemente concluso, finanziato per sostenere le città europee nella sperimentazione di nuove soluzioni per la mobilità intelligente di persone e merci, con particolare attenzione all’intermodalità ed alle modalità di trasporto alternative.
In conclusione, solo integrando le pratiche individuali e sociali alle politiche urbane è possibile sviluppare un progetto di smart mobility efficace ed efficiente. Ideando un sistema di mobilità capace di sfruttare le innovazioni tecnologiche per migliorare o incrementare l’utilizzo di mezzi o modalità di trasporto sostenibili.
La smart mobility diventa quindi “un progetto che attiene ad un nuovo modo di concepire e organizzare la mobilità, con importanti implicazioni sociali e culturali” che “vuole rispondere a nuove esigenze passando da un paradigma rigido pensato per le società del XX° secolo ad uno adattivo e flessibile per rispondere ai bisogni delle società globali del XXI° secolo.
Felicia Bruscino