L’Unione Europea ha emesso una nuova proposta per un regolamento sullo smaltimento degli imballaggi ma porterebbe a ripercussioni sull’ambiente facendo aumentare l’inquinamento.
Se la proposta del nuovo regolamento sullo smaltimento degli imballaggi venisse approvata è chiaro che l’ambiente ne risentirebbe. Le nuove modalità proposte dall’Unione Europea porterebbero pesanti effetti negativi sull’ambiente e stravolgerebbero le modalità con cui attualmente si riciclano gli imballaggi. L’Italia è divenuta negli ultimi anni un esempio ecosostenibile nell’ambito dello smaltimento e riciclaggio di imballaggi. Seguire il piano proposto dall’Unione Europea porterebbe il Paese a fare un passo indietro.
L’ottimo lavoro dell’Italia in questo settore è visibile non soltanto negli effetti sull’ecosistema ma anche per quanto riguarda le filiere produttive nazionali e i consumatori. Se si passasse all’approvazione del nuovo regolamento tutte queste tre aree si troverebbero ad affrontare gravi problematiche. I sindacati hanno fatto presente tale situazione all’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri coinvolti nella decisione, ai presidenti dei gruppi politici della Camera e Senato e ai Capi delegazione Parlamento.
Gli sforzi fatti fino a questo momento sarebbero vanificati e ne sarebbe colpito il 30% del Prodotto Interno Lordo italiano. Inoltre, è necessario far presente che la proposta non impatterebbe soltanto sugli sforzi del passato rendendoli vani ma limiterebbe anche i possibili progressi futuri.
Ma in cosa consistono nel concreto queste ripercussioni negative prodotte dall’ipotetico regolamento? Un esempio sarebbe quello di passare dal riciclo al riuso sostituendo il materiale riciclabile con plastica riutilizzabile da riconsegnare ai ristoranti di provenienza in seguito al servizio d’asporto.
Esempio ancora più lampante è costituito dal divieto di confezionare frutta e verdura che abbia un peso inferiore a 1,5 kg. Per quanto questo porterebbe a una minor produzione di plastica per imballaggi, ne risentirebbe la qualità stessa del prodotto. La conservazione del prodotto sarebbe effettuata in modo peggiore rispetto a quanto fatto fino ad ora. Questo avrebbe ripercussioni non soltanto sulla salute del consumatore ma anche sullo spreco alimentare. Un prodotto non correttamente conservato verrà verosimilmente scartato prima del tempo e sostituito da uno considerato più buono. Per quanto riguarda le filiere, invece, ci sarebbe un grande aumento delle spese di produzione che naturalmente impatterebbe sul mercato.
Si attende ora il voto in Parlamento che avverrà tra qualche settimana e a cui seguiranno, però, ulteriori votazioni. È, quindi, troppo presto per prevedere precisamente gli sviluppi del piano UE in questione. Tuttavia, l’allarme è inevitabile e necessario per prevenire sviluppi negativi sull’ecosistema e sull’economia. Avvertire il presidente del Consiglio prima dell’effettivo verificarsi dei fatti potrebbe essere utile per modificarne gli effetti. È bene far presente, inoltre, che l’Unione Europea ha presentato soltanto quella che è una bozza del regolamento che potrà, quindi, essere modificato in corso d’opera come tutti noi ci auguriamo.