Giovedì 30 maggio, il primo ministro della Slovenia, Robert Golob, ha annunciato che il suo governo progressista ha approvato una misura per riconoscere lo Stato di Palestina, unendosi così a Spagna, Irlanda e Norvegia, che hanno adottato decisioni simili pochi giorni fa. Anche la Slovenia riconosce lo Stato di Palestina, segnando un passo storico per il paese europeo. Il riconoscimento dello Stato palestinese è stato però nell’iter parlamentare per tutta la scorsa settimana, perché la proposta doveva essere votata dall’organo legislativo sloveno, con una seduta programmata per martedì prossimo alle 16. Dopo ieri, la Slovenia è diventata il tredicesimo paese dell’Unione Europea a riconoscere ufficialmente la Palestina.
Dopo la giornata di ieri, è arrivata la decisione definitiva, approvata nell’iter parlamentare, riguardo il riconoscimento all’autodeterminazione del popolo palestinese, con il riconoscimento giuridico dello Stato.
La Slovenia riconosce lo Stato di Palestina: cosa cambia
Il governo della Slovenia riconosce lo Stato di Palestina, una mozione che è stata confermata dal Parlamento per essere effettivamente ufficiale nella giornata di ieri. I pronostici sembrano piuttosto positivi, data la grande maggioranza parlamentare che si è già detta in accordo con il riconoscimento dello Stato palestinese. Se la Slovenia riconosce lo Stato di Palestina a tutti gli effetti, si aggiungerebbe alla lista dei nove stati europei che hanno già approvato la mozione.
Come anche ha sostenuto il primo ministro Robert Golob, il riconoscimento di uno Stato implica l’instaurazione di relazioni diplomatiche che puntino a “agire per la pace, attraverso la soluzione a due Stati”. La Slovenia quindi, riconoscendo lo Stato di Palestina, definisce che, come tale, debba avere il riconoscimento formale e sostanziale della sovranità, dei suoi confini e del diritto all’autodeterminazione del suo popolo.
Circa tre quarti dei membri – 143 di 193 di Stati – delle Nazioni Unite hanno riconosciuto lo Stato di Palestina e il numero degli Stati è destinato ad aumentare, proprio per le denunce contro un genocidio in corso che viene sempre più silenziato da media e istituzioni occidentali. L’Italia, ad oggi, ancora non riconosce lo Stato palestinese, e continua insufficientemente a mantiene rapporti diplomatici a Gerusalemme per gestire le relazioni con le autorità palestinesi.
La dichiarazione del Primo Ministro Golob
Robert Golob ha sottolineato che il suo governo ha inviato la proposta di riconoscimento al Parlamento, che potrebbe riunirsi già la prossima settimana. Con una comoda maggioranza di 90 deputati, il voto dovrebbe essere una formalità. E così è stato: tutti i pronostici si sono concretizzati. La Slovenia riconosce lo Stato di Palestina in quanto membro dell’Unione Europea dal 2004 e membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU; inoltre, ha denunciato l’insostenibilità dell’attuale conflitto tra israeliani e palestinesi. Con la mozione di riconoscimento, la Slovenia si unisce alle recentisisme mozioni di Spagna, Norvegia e Irlanda.
“La Slovenia continuerà a lottare per il raggiungimento della pace e della sicurezza nell’intera regione, che è nel suo interesse strategico e che rilancia il processo di pace in Medio Oriente”, ha dichiarato Golob. “Tutto il mondo dovrebbe agire in direzione della pace. Il modo per raggiungere la pace è la soluzione dei due Stati”.
Golob ha ribadito che la decisione non è diretta contro Israele, ma rappresenta un messaggio di pace. La bandiera palestinese è stata esposta sulla sede del governo a Lubiana, la capitale slovena, durante l’annuncio.
La Slovenia riconosce lo Stato di Palestina: si aggiunge così alla lista
Golob ha precisato che la Palestina indipendente deve essere riconosciuta entro i confini con Israele del 1967, compresa la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est, o entro i confini che verranno definiti con un futuro accordo di pace. La ministra degli esteri slovena, Tanja Fajon, ha aggiunto che altri paesi dell’UE stanno considerando di adottare decisioni simili. Essa stessa si è detta fortemente intenzionata a dichiarare la Palestina indipendente e libera, proprio perché “la guerra si sta intensificando e non ci sono negoziati a Gaza”.
A livello mondiale, lo Stato di Palestina è riconosciuto da 142 Paesi, circa il 70% dei membri delle Nazioni Unite, inclusi quasi tutti i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Tra i Paesi che invece non lo riconoscono, ci sono Usa e Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Italia. La Francia ha sostenuto che non è il “giusto momento per riconoscere la Palestina” e anche la Germania si è schierata con i suoi alleati occidentali, sostenendo la via del “dialogo”.
Il contesto attuale e le prospettive europee
La recente offensiva di Israele a Gaza ha rilanciato il sostegno in Europa per la creazione di uno Stato palestinese. Norvegia, Spagna e Irlanda hanno riconosciuto lo Stato palestinese il 28 maggio, sfidando le minacce di Israele. Malta ha espresso la sua disponibilità a riconoscere la Palestina quando le circostanze saranno giuste, e anche l’Australia ha recentemente ventilato la possibilità di un riconoscimento. In questo contesto, la Slovenia riconosce lo Stato di Palestina e si appresta a diventare uno dei paesi europei che promuovono attivamente una soluzione pacifica e duratura all’occupazione israeliana.
Questo movimento verso la solidarietà alla Palestina ha fatto mobilitare anche i maggiori rappresentanti dell’Unione Europea. Il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha recentemente affermato la necessità della soluzione a due Stati, ribadendo la stessa posizione dell’intero blocco atlantico. Si è detto “favorevole” alla soluzione diplomatica e al riconoscimento dello Stato sotto occupazione.
Aggiornamento:
Mercoledì 5 giugno 2024.
Durante la giornata di ieri è arrivata la conferma che la Slovenia riconosce lo Stato di Palestina. Il parlamento ha proceduto ai voti riguardo alla proposta del governo di una settimana fa. In questo scenario, la Slovenia è il quarto paese a riconoscere lo Stato di Palestina nell’arco di una manciata di settimane, poco dopo Spagna, Norvegia e Irlanda.
Nonostante qualche disagio procedurale durante la votazione, che ha rischiato di posticipare il voto in Parlamento di un mese, la maggioranza parlamentare ha insistito affinché la seduta si verificasse proprio nella giornata di ieri. Ieri il Parlamento, nonostante tutte le critiche dell’opposizione politica, ha quindi approvato in via definitiva il riconoscimento dello Stato di Palestina.