La situazione migranti tra Italia e Albania: l’opposizione albanese contesta l’accordo con l’Italia sui migranti

Situazione migranti tra Italia e Albania

La situazione migranti tra Italia e Albania sta riscontrando dei problemi poiché l’opposizione albanese ha presentato due ricorsi alla Corte Costituzionale contestando l’accordo con l’Italia sulla gestione dei migranti. I ricorsi, secondo quanto riportato da Info Migrants, sono stati promossi dal Partito Democratico Albanese, guidato dall’ex ministro dell’Interno Lulzim Basha e da 28 deputati legati all’ex premier Sali Berisha. Essi sostengono che l’accordo vada oltre un semplice patto tra governi, dato che implica una rinuncia da parte dell’Albania alla sua sovranità sul territorio destinato a ospitare i Centri di accoglienza

 

Perché la situazione migranti tra Italia e Albania è a repentaglio?

Il Partito Democratico albanese, guidato da Lulzim Basha, e altri 28 deputati schierati a fianco dell’ex premier di centro destra Sali Berisha, nonostante nei giorni scorsi avessero promesso al ministro Antonio Tajani che non si sarebbe opposto all’accordo, si sono rivolti alla Corte Costituzionale albanese per contestare l’intesa firmata da Edi Rama e Giorgia Meloni. L’opposizione negli ultimi giorni ha insistito che il primo ministro Edi Rama avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione del presidente per un simile accordo. A tal proposito, sono stati presentati due ricorsi alla Corte Costituzionale chiedendo che la procedura di ratifica dell’accordo, che sarà sottoposto al parlamento di Tirana il 22 dicembre, venga sospesa per illegittimità costituzionale e violazione della legge albanese.

Il punto contestato dalle opposizioni nei ricorsi riguardano una incompatibilità con gli articoli 3, 4 e 7 della loro Carta costituzionale e con una legge del 2016 in materia di accordi internazionali. Viene contestato il fatto che:

“per la sua natura e termini, l’accordo va oltre un semplice protocollo fra due governi, in quanto l’Albania rinuncia alla sua sovranità sul territorio destinato ai centri di accoglienza.”

 Il testo approvato dal Consiglio dei ministri prevede che tali Centri siano trattati come zone di frontiera o di transito sotto la giurisdizione italiana, accogliendo esclusivamente i migranti soccorsi dalle autorità italiane al di fuori delle acque territoriali o europee.

Tema della sicurezza sulla situazione migranti tra Italia e Albania

L’opposizione, oltre a sottolineare la presunta incostituzionalità del patto, insiste sul tema della sicurezza, problematica che desta preoccupazioni agli avversari politici di Rama sin dall’annuncio dell’accordo, poiché, le modalità politiche con cui l’intesa è stata portata avanti da Rama sembrano essere prive di trasparenza.

Sulla situazione migranti tra Italia e Albania, all’interno del testo del ricorso reso pubblico dal quotidiano Shqiptarja,si legge:

“L’accordo è stato annunciato in modo strano e senza preavviso e Rama, sfruttando il caos parlamentare, è riuscito ad evitare il dibattito pubblico suscitando preoccupazione nella popolazione.”

Per questa ragione, Tualant Balla, il ministro dell’interno albanese, è stato chiamato a riferire sull’accordo davanti alla commissione per la sicurezza nazionale. In questa sede, Balla ha ribadito che la costruzione dei centri ed eventuali costi aggiuntivi saranno interamente a carico dell’Italia e che:

“il protocollo è importante per l’Albania perché le permette di affermarsi in maniera responsabile sul tema dell’immigrazione clandestina e di essere quindi considerata affidabile da partner internazionali importanti fra cui l’Unione europea”.

Intanto in Italia…

Intanto in Italia, dopo che Antonio Tajani, il vicepremier e ministro degli Esteri, ha assicurato che i centri non saranno troppo costosi per Roma, Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno, ha ribadito che la somma per realizzare le strutture per i migranti in Albania è inferiore a quanto riportato da alcuni media. I media hanno riferito che i centri costerebbero “meno di 200 milioni di euro all’anno”, citando informalmente fonti governative.

Piantedosi ha anche sottolineato che:

“La definizione delle risorse è in corso nelle strutture del Ministero, ma queste devono essere viste come un investimento nella gestione delle politiche migratorie.”

I ricorsi chiedono inoltre alla Corte di agire prontamente, considerando che il parlamento albanese voterà per ratificare il memorandum il 22 dicembre. Tuttavia, sembra essere improbabile che la Corte riesca a pronunciarsi in tempi così stretti. Seguiremo tutti gli aggiornamenti della situazione migranti tra Italia e Albania e vedremo quale sarà la decisione definitiva.

Ambra Vanella

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