I risultati dello studio
Doglioni afferma che gli anticorpi devono essere fatti su misura per essere poi facilmente modificabili. Questo è possibile grazie ad un’interazione tra linfociti T (che danno istruzioni) e linfociti B (che producono anticorpi).
“la dopamina accelera la selezione delle cellule B da parte delle cellule T, perché aiuta la loro reciproca interazione”.
In particolare è stata fatta una ricerca sui marcatori presenti nelle cellule nervose e che contengono mediatori chimici. Si è vista dunque un’abbondanza della dopamina. Ma saranno necessari studi futuri per indagare come questo neurotrasmettitore agisce sul sistema immunitario e quali effetti provoca.
Gli scienziati concludono affermando che:
“La descrizione del meccanismo di funzionamento della dopamina in questo contesto apre la strada allo sviluppo di terapie che riescano a rallentare o accelerare la risposta anticorpale agendo sullo scambio di questa molecola, con potenziali applicazioni che vanno dal campo delle malattie autoimmuni a quello delle malattie infettive”.
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Silvia Rosiello