Sistema idrico italiano: Sprecato il 36,9% di acqua potabile

Nonostante il miglioramento degli ultimi anni, il sistema idrico italiano soffre. Sottoterra spesso corrono tubi vecchissimi e le manutenzioni scarseggiano.




Il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa (percentuale che sale al 70% nei grandi centri urbani) e il 25% di queste supera i 50 anni (arrivando al 40% nei grandi centri urbani).

Secondo gli ultimi dati dell’Istat, pubblicati il 10 novembre 2016, considerando tutti i comuni capoluogo, su 2,6 miliardi di metri cubi immessi nelle reti di distribuzione, l’acqua potabile erogata (cioè effettivamente consumata da cittadini e luoghi pubblici come scuole, ospedali, caserme e parchi) è stata pari a 1,6 miliardi di metri cubi. Nel 2015 la quantità d’acqua potabile andata perduta nelle reti idriche dei capoluoghi corrisponde al 36,9% del totale. In media su cinque litri d’acqua immessi in rete, un litro abbondante non arriva al rubinetto.

Utilitalia, l’associazione delle imprese idriche, energetiche e ambientali, ha analizzato 54 società che servono oltre 30 milioni di persone scoprendo che il tasso medio di dispersione nelle reti idriche al Nord è del 26%, al Centro al 46% e al Sud al 45%. Le perdite idriche più elevate sono state registrate a Frosinone (71,90%), Tempio Pausania (68,60%) e Campobasso (67,20%). Le più basse invece a Macerata (6,60%), Foggia (8,00%) e Udine (9,40%).

Inoltre, circa l’11% dei cittadini non è ancora raggiunto dal servizio di depurazione. La conseguenza, oltre alla mole di acqua dispersa, è che l’Italia viene presa di mira dall’Europa, che più volte l’ha sanzionata per i ritardi nell’applicazione delle regole sul trattamento delle acque.

Gli investimenti programmati nel primo periodo regolatorio (2014-2017), si attestano su un valore medio nazionale di circa 32 euro per abitante all’anno. Se ai 32 euro programmati sulla base delle “tariffe” si aggiunge la quota di contributi e fondi pubblici, si può arrivare a 41 euro/abitante/anno. Dato ben lontano dagli 80 euro per abitante che sarebbero necessari a coprire un fabbisogno totale di investimenti stimato in circa 5 miliardi all’anno.




Claudio Rossi 

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