Siria: nonostante la tregua annunciata, gli scontri continuano

Siria: il “cessate il fuoco” è appena iniziato, ma gli scontri non accennano ad arrestarsi.

In Siria la guerra dura ormai da diversi anni, per la precisione dal 2011. Anni in cui varie città del Paese sono state distrutte e milioni di persone si sono trovate senza casa e senza futuro, costrette a scappare.
Sono stati molteplici i tentativi di mettere freno agli scontri e porre fine a questa guerra che si sta diffondendo sempre più, ma senza alcun risultato.

Tavola della Pace

Anche ieri, 29 dicembre 2016, la Russia ha annunciato un “cessate il fuoco” generale. Putin ha inoltre affermato che verrà attuato una riduzione della presenza militare russa sul territorio siriano; senza nulla togliere alla lotta contro il terrorismo internazionale. Il presidente russo ha anche ribadito il suo appoggio ad Assad.

Ogni tregua è sicuramente un passo in avanti, un passo verso la pace. Ma, esattamente come quelli che l’hanno preceduto, anche questo “cessate il fuoco” sembra essere terribilmente fragile. A nemmeno due ore dalla mezzanotte, momento di inizio della tregua, si sono già verificati i primi scontri.

Ribelli e gruppi armati sembrano restii e i bombardamenti continuano. A questo si aggiungono i raid aerei eseguiti dalla stessa Russia contro lo Stato Islamico. La tregua, infatti, non riguarda le organizzazioni riconosciute come terroristiche dall’Onu. Nonostante questi episodi, la fragile e momentanea “pace” sembra reggere.

Il compito di garantire la tregua spetta, oltre alla Russia, anche alla Turchia. Il presidente turco Erdogan la giudica come “un’opportunità storica”. Un’opportunità che potrebbe condurre ad una risoluzione definitiva della guerra in Siria.

Ma la garanzia offerta dalla Turchia pone altre problematiche: quale sarà la sorte dei curdi? Essi sono i primi a combattere contro l’Isis e ad arginare l’avanzamento degli estremisti. Proprio grazie a questa loro funzione essenziale, i curdi godono dell’appoggio e del sostegno americano. Questo però non gli sottrae alle ostilità da parte della Turchia, che si sente fortemente minacciata da questa minoranza così agguerrita.

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