Siria: Mons. Hanna Jallouf decide di restare ad Aleppo

Hanna Jallouf

Nel cuore della Siria, dove la guerra e la violenza sembrano non avere fine, una storia di coraggio e solidarietà emerge tra le rovine di Aleppo. Mons. Hanna Jallouf, vescovo dei latini e francescano, ha preso una decisione cruciale che riflette la determinazione della comunità cristiana della città di non abbandonare il proprio popolo in un momento di estrema difficoltà. Non solo lui, ma anche tutti i vescovi di Aleppo e i frati francescani hanno scelto di rimanere nella città durante un periodo di crescente instabilità, segnato da coprifuoco e continue minacce.

Aleppo, città che ha visto la sua popolazione decimarsi e la sua infrastruttura distrutta a causa della guerra civile siriana, è oggi una città in cui la vita quotidiana è dominata dal terrore e dall’incertezza. Nonostante la sofferenza e la paura che regnano per le strade, la comunità cristiana, insieme ai rappresentanti delle altre confessioni, ha deciso di rimanere al fianco dei cittadini, indipendentemente dai pericoli imminenti.

Un impegno per la comunità

“Abbiamo deciso di rimanere con la nostra gente, oggi più che mai”, ha dichiarato mons. Hanna Jallouf in un’intervista, sottolineando l’importanza di non abbandonare i cristiani e le altre persone che da anni vivono sotto il giogo della guerra. La sua dichiarazione rispecchia un sentimento condiviso da tutti i vescovi presenti ad Aleppo, indipendentemente dalla loro appartenenza denominazionale. In una situazione di estrema precarietà, dove il caos è all’ordine del giorno, i leader religiosi cristiani hanno deciso di restare per dare conforto spirituale e supporto materiale alla popolazione civile, pur affrontando loro stessi i pericoli di un conflitto che non accenna a fermarsi.

Mons. Jallouf ha precisato che la decisione di rimanere è stata presa insieme agli altri frati francescani, che costituiscono una parte fondamentale della presenza religiosa e assistenziale nella città. In totale, sono otto i francescani presenti ad Aleppo, che quotidianamente si occupano di assistenza religiosa e di aiuto materiale per le persone in difficoltà. Il vescovo ha ribadito che i frati sono stati i primi a prendere questa decisione, dimostrando un impegno che va oltre la religione e che abbraccia il desiderio di stare vicino alla propria comunità.

La realtà di Aleppo oggi

Aleppo, un tempo considerata una delle città più prosperose e culturalmente ricche della Siria, oggi è ridotta a un cumulo di rovine. La città è stata teatro di feroci battaglie tra le forze governative siriane e i gruppi ribelli, con un impatto devastante su tutta la popolazione. Oggi, Aleppo è ancora segnata dalla presenza di jihadisti che esercitano il loro controllo su alcune zone, creando un clima di terrore e incertezza.



Questa settimana, la situazione è peggiorata ulteriormente con l’introduzione del coprifuoco da parte di gruppi jihadisti, che ha imposto un fermo assoluto nelle strade per un periodo di 24 ore. Il vescovo Jallouf, dopo aver visitato i conventi e le comunità cattoliche della città, ha riferito che tutti stanno bene, sebbene la paura per le strade fosse palpabile. “C’era molto caos questa mattina”, ha detto mons. Jallouf, riferendosi alla confusione che ha imperversato durante le prime ore della mattinata, con la gente che si è rifugiata nelle proprie case temendo nuove violenze. Nonostante ciò, il vescovo ha aggiunto che la comunità è compatta e determinata a restare.

L’importanza della presenza cristiana

La decisione di rimanere a Aleppo non è solo una scelta personale, ma un atto simbolico di resistenza e di speranza. In un contesto in cui molte organizzazioni internazionali e nazionali si sono ritirate dalle zone di conflitto per ragioni di sicurezza, la Chiesa cristiana in Siria ha scelto di rimanere per svolgere un ruolo di mediazione e di aiuto. Il gesto di mons. Jallouf e degli altri vescovi di Aleppo ha una grande valenza spirituale, ma anche pratica: i leader cristiani, infatti, continuano a offrire sostegno a chi ha bisogno, curando le ferite fisiche e spirituali di chi è stato segnato dalla guerra.

Aleppo, una città che ha visto la sua popolazione decimarsi, sta cercando di resistere. La decisione dei vescovi di tutte le confessioni cristiane di restare è stata anche una risposta alla crescente emigrazione di cristiani che, di fronte alla guerra e alla persecuzione, hanno deciso di lasciare la Siria. Le comunità locali, purtroppo, si stanno lentamente riducendo, ma la Chiesa rimane un pilastro fondamentale della vita quotidiana in questi tempi bui.

Il ruolo dei francescani

Il coinvolgimento dei frati francescani è stato cruciale per la preservazione della vita religiosa e culturale cristiana in Siria. Fin dal loro arrivo ad Aleppo nel XIII secolo, i francescani hanno svolto un ruolo di mediazione tra le diverse confessioni religiose e hanno contribuito alla conservazione del patrimonio culturale e religioso della città. In un momento così delicato, la loro presenza è diventata simbolo di speranza e di coesione tra le diverse comunità religiose.

I frati francescani non si limitano a celebrare la messa e a offrire supporto spirituale: sono anche impegnati nella distribuzione di aiuti umanitari, nella gestione di scuole e ospedali e nell’assistenza alle famiglie più vulnerabili. Nonostante le difficoltà quotidiane, i francescani continuano a portare avanti il loro lavoro con dedizione e spirito di sacrificio, consapevoli che il loro ruolo va ben oltre quello religioso e tocca anche la sfera umanitaria.

In tempi di guerra e devastazione, la decisione di rimanere a Aleppo da parte di mons. Jallouf e degli altri vescovi cristiani rappresenta un segno tangibile di speranza e di resistenza. Nonostante i pericoli imminenti e il clima di violenza che imperversa nella città, la Chiesa cristiana continua a essere una presenza attiva e solidale, un punto di riferimento per chi cerca conforto e sostegno. In un mondo segnato dalla divisione e dal conflitto, la scelta di restare insieme al proprio popolo non è solo un atto di coraggio, ma una testimonianza della forza della fede e della solidarietà umana.

Vincenzo Ciervo

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