Non si allenta la tensione tra Siria ed Israele. Damasco si dice pronta a bombardare l’aeroporto di Tel Aviv. Intanto nel sud del paese continuano gli scontri. In seguito ad un raid della coalizione anti Isis, sono morte venti persone. Le vittime erano civili, tra cui donne e bambini.
La Siria è pronta a rispondere all’attacco subito domenica dall’aviazione israeliana, in maniera speculare. Cioè bombardando l’aeroporto di Tel Aviv. È quanto affermato senza giri di parole dall’ambasciatore Bashar Jafaari alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, a New York:
Se il Consiglio non adotta misure per fermare la ripetuta aggressione israeliana in Siria, Damasco eserciterà il suo legittimo diritto all’autodifesa e risponderà all’aggressione all’aeroporto di Damasco nello stesso modo, attaccando l’aeroporto di Tel Aviv
Intanto proseguono gli scontri nel sud-est del paese. Le forze curdo-siriane continuano a combattere i sostenitori del califfato, fiancheggiati dai raid della coalizione capeggiata dagli Stati Uniti, che però hanno annunciato il proprio ritiro. Oggi si è appreso di perdite civili collaterali, in seguito ad un bombardamento, nella zona di Baghuz. Le vittime, in fuga dall’ultima porzione di territorio ancora in mano all’Isis, al confine con l’Iraq, viaggiavano su un convoglio. Tra di loro, donne e bambini. Notizia data dall’agenzia governativa Sana e confermata da fonti locali.
Un’altra macabra scoperta invece, è avvenuta a Raqqua. Nei dintorni nell’ex roccaforte Isis in terra siriana, è stata rinvenuta una fossa comune. Tra i 600 e gli 800 i corpi qui sepolti. Non è la prima volta che viene fatta una scoperta simile. Pare che possano essere una quindicina le fosse comune che gli uomini del califfato si sono lasciati dietro.
Attesa adesso per il vertice tra Putin ed Erdogan, previsto per oggi. Il premier russo ed il presidente turco discuteranno a proposito dell’annunciato ritiro degli Stati Uniti e del futuro della coalizione.