Le relazioni diplomatiche tra Siria e Arabia Saudita stanno riprendendo vita: trattative in corso per riaprire le rispettive ambasciate nelle capitali. L’Arabia Saudita vorrebbe inoltre invitare il presidente siriano Bashar al-Assad al vertice della Lega Araba che si terrà il 19 maggio a Riyad. La partecipazione di Assad a tale summit segnerebbe lo sviluppo più significativo della sua riabilitazione all’interno del mondo arabo dal 2011, quando la Siria fu sospesa dall’organizzazione.
A pochi giorni dal ripristino delle relazioni diplomatiche tra Riyad e Teheran, avvenuta anche grazie alla mediazione cinese, è pervenuta la notizia che Siria e Arabia Saudita hanno iniziato le procedure per riaprire le rispettive ambasciate. Tale riapertura dovrebbe concretizzarsi dopo la fine del mese sacro del Ramadan.
L’ennesimo segnale di ristabilizzazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Lo scorso gennaio, infatti, Damasco ha ripreso le importazioni di merci dall’Arabia Saudita e in seguito al terremoto avvenuto tra Siria e Turchia, lo Stato saudiano ha stanziato fondi per assistere quello siriano, inviando anche diversi voli con aiuti umanitari.
L’Arabia Saudita avrebbe inoltre in programma di invitare il presidente siriano Bashar al-Assad al summit della Lega Araba che Riyad ospiterà il 19 maggio. L’invito formale a partecipare al vertice dovrebbe essergli recapitato personalmente dal ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan. Quest’ultimo, infatti, dovrebbe recarsi a Damasco nel futuro prossimo, anche se le capitali dei due Paesi non hanno ancora confermato la notizia.
Le relazioni tra Siria e Arabia Saudita
Le relazioni diplomatiche che la Siria intratteneva con l’Arabia Saudita, così come con molti altri Paesi arabi e occidentali, si sono interrotte più di dieci anni fa.
Nel 2011, infatti, il presidente siriano Bashar al-Assad fu boicottato da un elevato numero di Paesi per la sua brutale repressione delle proteste che sempre più si intensificavano in Siria per la promozione della democrazia nel Paese. Queste violenze portarono la Siria a una lunga guerra civile, in cui sono morte centinaia di migliaia di persone e che ha frammentato il Paese in molteplici parti.
La Siria fu espulsa dalla Lega Araba durante una riunione di emergenza avvenuta nel novembre 2011 a Il Cairo. Qui i componenti di tale lega annunciarono sanzioni economiche e politiche contro Damasco e esortarono l’esercito siriano a non usare la violenza contro i manifestanti. In seguito all’espulsione, l’Arabia Saudita chiuse la sua ambasciata a Damasco ed espulse l’ambasciatore siriano.
L’Arabia Saudita fu uno dei primi Paesi arabi a schierarsi contro il regime di Assad. Fu anche il più attivo nel finanziare vari gruppi ribelli per tentare di imporre i propri interessi in Siria e spodestare il dittatore.
Opinione positiva dei Paesi arabi riguardo alla normalizzazione dei rapporti con la Siria
Il principe saudita Faisal ha recentemente dichiarato che nel mondo arabo sta sempre più avanzando l’idea che isolare la Siria non è funzionale e che è necessario un dialogo con Damasco. Ha aggiunto, però, che è troppo presto per discutere del suo ritorno.
La decisione di iniziare a riprendere le relazioni diplomatiche sarebbe stata il risultato di svariati colloqui in Arabia Saudita con un alto funzionario dell’intelligence siriana. Tali colloqui sarebbero in corso da più di un anno e vertirebbero sulle richieste che il Paese saudita avanza nei confronti del Governo siriano affinché si possano ricucire i rapporti. Le richieste maggiori sarebbero una collaborazione sulla sicurezza delle frontiere e sul contrasto al traffico di droga.
Anche l’Egitto ha iniziato a riprendere i contatti con Assad. Il ministro degli Esteri siriano Faisal Miqdad si è infatti recentemente recato nella capitale egiziana per concordare il rafforzamento della cooperazione tra i due Paesi. Questo in vista di una reintroduzione della Siria nella Lega Araba.
Anche il presidente tunisino Kais Saied si è detto favorevole a ripristinare le relazioni diplomatiche con il regime di Assad. Saied ha infatti reso esplicita la sua propensione a tale obiettivo avviando la nomina di un nuovo ambasciatore tunisino a Damasco.
Con questi esempi si vuole sottolineare la convergenza delle opinioni dei Paesi facenti parte della Lega Araba. Questi sembrano volere riavvicinare al mondo arabo la Siria. Il risultato sarebbe quello di porre formalmente fine all’isolamento di quest’ultima.
La posizione degli Stati Uniti
Alcuni Paesi, tra cui Stati Uniti e Qatar, si sono opposti alla regolarizzazione dei legami con il regime di Assad sottolineandone l’inumanità e chiedendo “progressi verso una soluzione politica in Siria”. I “progressi” che questi Stati chiedono verterebbero sulla rimozione dal potere del presidente siriano e la sua sostituzione con un esponente politico vicino all’occidente.
Un portavoce del Dipartimento di Stato statunitense ha dichiarato che “la posizione degli Stati Uniti sulla normalizzazione dei rapporti con Assad rimane invariata”. Inoltre non incoraggerà altri Paesi a farlo.
La partecipazione del dittatore Bashar al-Assad al prossimo summit della Lega Araba sarebbe un chiaro segno dello sviluppo positivo della sua legittimazione e della sua riabilitazione all’interno del mondo arabo.