Prima c’erano i soldati francesi, poi Oxfam. Ci siamo stupiti anche quando è toccato a Medici Senza Frontiere gettare la maschera. Oggi ci troviamo a fare i conti con i racconti di donne abusate sessualmente da ONG come l’ONU in cambio di beni di prima necessità.
Un sapone, un po’ di cibo: così le donne vengono abusate sessualmente
Un’inchiesta della BBC ci mostra solo uno dei tanti orrori che la guerra in Siria ha generato. Dopo le immagini e i numeri dei tanti bambini siriani morti, un’altro capitolo si aggiunge a questa storia senza fine. In Siria le donne vengono sfruttate sessualmente da rappresentanti di ONG e organizzazioni umanitarie.
I rumors su questi abusi circolano da tre anni, da quando nel marzo 2015 alcune donne siriane rifugiate in un campo profughi in Giordania avevano iniziato a parlarne. A raccogliere la loro testimonianza fu Danielle Spencer, che opera come volontaria per un’ente no profit.
Fu condotta un’indagine interna, le donne vennero ascoltate e quello che emerse con chiarezza furono gli abusi sessuali, ma aggiungerei anche psicologici, perpetrati sulle donne siriane. Le aree in cui gli abusi maggiormente si concentrano sono quelle nel sud della Siria, Dara’a e Quneitra. La risposta delle ONG venne però a mancare. Chiusero entrambi gli occhi di fronte a questi abusi perché l’unico modo per arrivare in zone a cui lo staff internazionale non aveva accesso era quello di usare terze parti e persone locali. Può questa motivazione giustificare l’impunità di questi atti?
Matrimoni temporanei: la carta dell’Islam per legalizzare gli abusi
La religione islamica è ferrea sugli atti sessuali compiuti al di fuori del matrimonio. Per questo motivo, gli sfruttatori usavano l’escamotage del matrimonio temporaneo, una pratica accettata dalla religione islamica. Insomma, volevano dare una chiave “onesta” nella disonestà delle loro azioni. Come si legge nel report “Voci dalla Siria 2018“:
Si hanno esempi di donne e ragazze che sposavano gli ufficiali per un breve periodo di tempo per “servizi sessuali” con lo scopo di ricevere dei pasti; chi distribuiva i beni chiedeva a donne e ragazze il numero di telefono; dava loro passaggi fino a casa “per prendere qualcosa in cambio” o “per ricevere dei servizi, ad esempio spendere una notte con loro”.
Queste persone hanno fatto leva sulla fragilità di queste donne, fisica e psicologica e sulle loro primarie necessità. La maggior parte delle donne abusate sessualmente sono vedove, divorziate o donne che non hanno una figura maschile che possa dare loro protezione. Sono state trasformate in moderne Fantine, che, pur di riempire le pance dei loro figli, farebbero qualsiasi cosa. Anche lasciare che i loro corpi vengano violati per un pezzo di pane o una saponetta.
Il racconto di Danielle Spencer continua:
(Gli sfruttamenti, ndr) erano così di routine che non potevi andare (nei punti di distribuzione, ndr) senza esserne stigmatizzata. Era opinione comune che se andavi in questi punti di distribuzione, avresti dovuto concederti a qualche atto sessuale in cambio dell’aiuto.
Per l’ennesima volta, sulle donne viene messo in atto un abuso di potere che non può trovare giustificazione alcuna se non nella sporca lascivia di uomini senza anima. È fin troppo facile far leva sui bisogni di donne in condizioni di assoluta necessità. La guerra ha tolto alle donne siriane casa, mariti, figli, speranza. Futuro. I maiali che dovevano prestar loro aiuto le hanno spogliate anche dell’ultima cosa che rimaneva loro: dignità.
Lorena Bellano