La sindrome post Covid-19 interessa larga dei pazienti che in questi mesi sono stati colpiti dal virus, più di quanti ci si possa immaginare.
Il mondo scientifico parla di “Long-Covid” o di “Long Haulers”, letteralmente malati a lungo termine, affetti da strascichi di una malattia che sembra non conoscere fine.
Nonostante questi pazienti si siano negativizzati, i sintomi del virus tardano a scomparire. Tra i più comuni: spossatezza, affanno, dolori articolari e al petto, ma anche mancanza di olfatto e gusto, tosse e svariati problemi di concentrazione.
No, non si tratta di problemi psicosomatici. Nemmeno di ansia o di ipocondria.
Si tratta di casi, estremamente comuni, in cui la positività al virus scompare, ma i sintomi permangono.
Sono tanti gli studi scientifici che lo hanno confermato.
Tra questi, quello condotto dal professor Francesco Landi del Policlinico Gemelli di Roma, i cui risultati sono stati pubblicati su “JAMA”, Journal of American Association.
Infatti, dagli studi emerge che solamente il 12% dei pazienti risulta completamente guarito. Un buon 32% presenta ancora uno o due sintomi legati alla malattia e ben il 55% riferisce tre o più sintomi tipici del virus.
Una sintomatologia probabilmente legata ai danni riportati agli organi intaccati nel decorso della malattia, nessuno escluso.
Impossibile definire questi pazienti “guariti”.
Un rapporto del National Institute for Health Research avanza l’ipotesi di quattro diverse tipologie di sindrome post Covid:
- Sindrome post terapia intensiva (PICS)
- Sindrome post affaticamento virale (PVFS)
- Danno permanente d’organo (POD)
- Sindrome Covid a lungo termine (LTCS)
Il percorso per fare chiarezza appare lungo e tortuoso, ma nel frattempo non possiamo evitare di ascoltare le voci di chi grida aiuto.
È ciò che ha fatto Morena Colombi, 54 anni, aprendo il gruppo Facebook Noi che il Covid lo abbiamo sconfitto., che ad oggi conta più di 7000 membri.
Far sentire la propria voce è il vero e unico scopo del gruppo. Gridare in faccia e con forza ad un Sistema Sanitario Nazionale che sembra essersi dimenticato di loro.
Infatti, oltre alle problematiche di salute, incombono anche quelle di carattere pratico, legate al costo degli esami – spesso eseguiti privatamente – e dei ticket delle varie prestazioni.
Solo in alcune regioni – come la Lombardia – e per alcuni pazienti – quelli precedentemente ospedalizzati – è prevista una lista di esami di follow up esenti da ticket. Tuttavia, la lista risulterebbe molto ristretta e non sufficiente ad aiutare realmente chi ancora soffre.
È un appello forte e chiaro quello di chi è affetto da sindrome post Covid. Sono tanti i pazienti rimasti invisibili nel corso della pandemia e loro sono tra questi. Negativizzati, ma che non hanno mai smesso di soffrire.
Perché rimanere ancora sordi davanti al loro grido d’aiuto?
Giorgia Battaglia