Sindrome di Cotard; il prosciugamento di una vita priva di emozioni

Immaginiamo che la mente umana sia un calderone gigantesco, dove alberga la follia più pura, accompagnata da un pizzico di razionalità.

Il corpo umano è composto prevalentemente da acqua, senza di questa non sarebbe possibile la vita di nessun organismo presente sul pianeta Terra. Di fatto l’acqua svolge compiti fondamentali, come trasportare i principi nutritivi alle cellule, promuovere la digestione, garantire la termoregolazione, trasportare le scorie fuori dal nostro organismo.

Immaginate dunque, ora, di sentirvi completamente prosciugati.

Immaginate il vostro corpo totalmente raggrinzito, secco, opaco, livido, morto. Ecco, la morte è proprio il termine adatto per spiegare al meglio la patologia che ho deciso di raccontarvi.

Voglio parlarvi di morte; reale, fittizia, metaforica, apparente.

Morte, come negazione della vita stessa.

La sindrome di Cotard è estremamente rara; si stima che dal momento in cui è stata descritta la prima volta, nel 1882, siano stati identificati circa un centinaio di casi. E’ una rara sindrome psichiatrica, denominata anche delirio della negazione, e prende il nome dal neurologo francese che la identificò per la prima volta.

In cosa consiste questa affascinante, quanto misteriosa sindrome di Cotard?

Pur rappresentando una modalità evolutiva della depressione, più frequente in presenza di malattie o danni cerebrali, questo quadro sindromico è stato descritto anche nell’ambito di altri disturbi,come la schizofrenia, l’alcolismo cronico, le encefaliti, la paralisi progressiva, l’epilessia. La sindrome coinvolge maggiormente individui anziani, con compromissione cerebrale organica, e con precedenti episodi maniaco depressivi.

Sono stati fatti pochissimi studi sulla patologia; come spesso accade la ricerca scientifica sul caso è pressochè inesistente, ma è una sindrome talmente bizzara e misteriosa che non può non accendere la mia curiosità ossessiva, e coinvolgere la mia mente in un vortice d’infinite domande.

La caratteristica comune dei pazienti affetti da tale malattia, è la convinzione di essere morti, di aver perso gli organi vitali, e la pressione del sangue nelle vene. Ci si sente completamente prosciugati da ogni liquido corporeo, non si provano più emozioni, sentimenti, affetti, non ci si sente più legati a nulla; come se la quotidianità non ci appartenesse più, esattamente come il nostro corpo, che altro non rimane, che un involucro di carne e muscoli.

Ora, non siete curiosi di sapere come la razionalità scientifica, riesca a spiegarsi tanta follia pura proveniente della mente umana?

Ebbene, io ovviamente me lo sono chiesto.

La manifestazione della sindrome di cotard potrebbe associarsi ad un disturbo mentale o ad un’anomalia neuropsicologica, causata da lesioni delle aree cerebrali della corteccia frontale destra, e/o da un malfunzionamento dei circuiti cerebrali che danno un signicato emotivo ai volti. L’interruzione patologica delle fibre nervose, che connettono il centro delle emozioni sulle aree sensoriali che viene a determinarsi, fa si che niente riesca più ad avere una qualche rilevanza emotiva per il paziente, a punto che l’unico modo per spiegarsi razionalmente tale situazione, è la convinzione di essere deceduti.

Sottoponendo alcuni pazienti ad una TAC è stato riscontrato che una gran parte del loro cervello, specie tra il lobo parietale e quello frontale, presenta attività analoghe ad un paziente in stato di coma vegetativo. In questa parte dell’encefalo è compreso anche il sistema di “default mode network”, un complesso sistema di attività d’importanza vitale per la coscienza di sé, e per la vita di relazione. Tale rete è responsabile della nostra capacità di ricordare il passato, il presente, di pianificare il futuro, di pensare a noi stessi, di creare un senso di noi e di ciò che ci circonda.

L’analisi del cranio evidenziava una modesta atrofia corticale bilaterale, e segni di leucoencefalopatia vascolare cronica di tipo ischemico.

Riuscite ad immaginarvi una vita senza emozioni?

Le persone affette da questa particolare patologia non riescono più a provare nessuno stato emozionale, non si sentono più attratte da nulla. La sola cosa alla quale si sentono più vicini è la morte.

Il delirio della negazione domina la scena. Questo delirio nichilistico mi spinge a riflettere, mi porta ad arrovellarmi la mente, in quanto è in totale contraddizione, anzi in assoluta antitesi alla celeberrima logica cartesiana,Cogito ergo sum”; secondo la quale si esprime la certezza inequivocabile dell’esistenza dell’uomo, in quanto essere pensante.

Com’è possibile comprendere una malattia come questa?

Com’è possibile arrivare ad afferrare concetti talmente astratti, irreali, insensati, da rappresentare quasi una fiction televisiva?

E’ chiaro che le persone affette dalla sindrome di Cotard hanno superato da tempo la soglia dell’ansietà, non si arrovellano più chiedendosi perchè il male possa colpire proprio loro; sono direttamente convinti che il loro corpo sia completamente marcio, svuotato, nient’altro che un involucro vuoto e privo di senso, un campo di rovine.

Se facciamo un piccolo sforzo, tentando di andare oltre a quanto ridicola possa apparire questa malattia, dovremmo arrivare a capire che un malato affetto da tale patologia, se abbandonato a se stesso, può lasciarsi morire.

Queste malattie lasciano senza ombra di dubbio un alone di mistero attorno a sé, abbandonandomi alla mia realtà, composta semplicemente da pc e tazzona di caffè, totalmente disarmata e senza difese.

Cosa può significare vivere nel disagio più profondo, e sapere che nessuno al mondo può fare nulla per aiutarti?

La cosa più sconvolgente è scoprire che nessuno studia per te. Nessuno conosce. Nessuno sa nulla. E tu continui a vivere nel tuo disagio e nella tua sofferenza.

Può essere definito frustrante? Credo bisognerebbe inventare un nuovo termine per identificare lo stato d’animo di una persona affetta da una patologia rara. E poi registrarlo nel dizionario italiano. Frustrante non mi basta più.

Ansia, disagio, paura, sofferenza, panico, nichilismo, annullamento, umiliazione.

Esami, visite, test, tante ipotesi e poche certezze.

Con la paura aumenta esponenzialmente il senso d’impotenza.

Se ad ogni conoscenza di una malattia rara da parte di un medico, può provenire dall’esperienza di altri medici, questa dovrebbe sempre iniziare da una richiesta d’aiuto da parte del paziente.

La medicina esiste perchè esiste il malato, e non in contrario.

Come si fa a curare ragionevolmente una persona affetta dalla sindrome di Cotard?

Esistono ancora troppi medici che si spazientiscono dalle ossessioni della malattia.

Esistono ancora troppi pazienti che non vengono ascoltati.

Esistono ancora molti scienziati, in Italia, che lavorano ad un livello di mera sussistenza, perchè la ricerca di base è ancora gravemente trascurata.

Se cambiare il mondo non è possibile, non fare neanche un minimo passo per migliorarlo, è abominevole.

Elisa Bellino

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