Papa-Sindaco!

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Indovinello: non è la Comune di Parigi, non è neppure una scalmanata assemblea sessantottina e no, non è neanche una repubblichetta golpettara del Sud America. Che cos’è?

E’ la giunta Raggi: un improvvisato Komitato del popolo a metà fra una ricreazione elementare e una scalmanata assemblea in autogestione. Fosse un film di Woody Allen ci sarebbe anche da piegarsi dalle risate, ma purtroppo Roma non è Bananas e ha bisogno di un sindaco. Un personaggio di polso e allo stesso tempo diplomatico, una personalità carismatica e risoluta. 

german-embassy.se
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Sì, proprio lui: Papa Francesco. Come vescovo di Roma se la cava al meglio, per cui la pazza proposta: perché non lo mettiamo alla prova anche come sindaco? La Città eterna non si può dire che non la conosca, ha inoltre un occhio d’aquila per i conti pubblici e, in quanto Papa, è anche infallibile – per capirci, niente più scarabocchi alla Ignazio Marino – per non parlare dell’abbagliante prestigio che ne ricaverebbe Roma.

Sul piano internazionale, poi, i Patti Lateranensi e l’accordo con Craxi sarebbero ben poca cosa in confronto a questa candidatura fuori dalla norma (e fuori di testa): era dai tempi di Pio IX, infatti, che un Papa non deteneva il potere temporale e riconsegnare Roma nelle mani di un Pontefice significherebbe ricucire per sempre quella frattura italo-vaticana apertasi insieme alla Breccia di Porta Pia. Certo, per Francesco non tornerebbero comunque i bei tempi del grande Stato della Chiesa (a meno che poi non lo candidassimo governatore del Lazio), non avrebbe un esercito personale come al tempo di Pio IX, ma si divertirebbe un sacco a governare uno Stato più ampio d’un tovagliolo. Economicamente parlando, il demoniaco debito della capitale verrebbe assorbito dalle sante casse del Vaticano e, gestiti dalle guardie svizzere, gli autobus romani diverrebbero i più puntuali d’Europa.

Ultimo punto del programma elettorale di Francesco: le Olimpiadi. Più che le Olimpiadi, sono le polemiche sulle Olimpiadi ad essere diventate un vero e proprio sport nazionale: occorre una decisione, occorre un sovrano assoluto come un Papa. Dopo Rio de Janeiro, sarebbe una trovata spettacolare svolgere i Giochi olimpici non più in Italia – sarebbe una banale seconda volta –  ma in un inedito Stato della ChiesaLe prime Olimpiadi in Vaticano! Ma che cosa aspettiamo a candidarlo sindaco?

 

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