Generalmente, siamo abituati a leggere e ammirare le imprese degli atleti più importanti del mondo. Dalle giocate di Messi e Ronaldo ai record straordinari di Usain Bolt, questi eventi fanno innamorare grandi e piccini. Esistono tuttavia tantissimi altri protagonisti dello sport, eroi silenziosi che, nel loro piccolo, sono considerabili dei veri e propri esempi di vita. Nella maggior parte delle volte, però, si parla di sport meno conosciuti rispetto al calcio o al ciclismo, motivo per cui certe storie non raggiungono il grande pubblico. E’ questo il caso di Simone Perona, primo runner con disabilità intellettive ad aver completato un’ultramaratona.
L’avventura di questo straordinario atleta inizia nel piccolo comune di Vandorno, in provincia di Biella. Simone nasce con un ritardo mentale, ma l’amore dei genitori e la sua forza di volontà gli hanno permesso di conquistare, passo dopo passo, una vita normale. In particolare, la sua passione per lo sport lo ha aiutato sin da piccolo, dandogli un’incredibile opportunità di esprimersi al meglio. Dal rugby allo sci, il trentacinquenne piemontese si cimenta in numerose discipline, allenandosi ben 6 giorni su 7 e seguendo una rigidissima alimentazione. Proprio grazie alla sua professionalità e abnegazione, questo straordinario ragazzo è entrato nella storia sportiva del nostro paese.
Le imprese di Simone Perona
I limiti sono spesso soltanto delle illusioni, diceva un certo Michael Jordan e nessun’altra frase potrebbe essere più adatta alla vita e alla carriera di Simone Perona. Dopo aver iniziato a correre i 5.000 metri, il giovane atleta è migliorato esponenzialmente in un lasso di tempo sorprendentemente breve. La sua determinazione lo ha perfino portato a gareggiare e vincere un argento alle Special Olympics di Los Angeles nel 2015. Per quanto quel traguardo sia importantissimo, l’impresa più sorprendente è quella del BiUltra di Biella.
Il 28 marzo scorso, nella splendida cornice della città creativa piemontese, l’atleta ha corso per ben 120 km e 56 metri senza sosta per 24 ore. Simone era l’unico partecipante con disabilità intellettive, autentica dimostrazione di come lo sport sia in grado di eliminare ogni sorta di distinzione sociale. Sui 285 corridori, il trentacinquenne ha conquistato uno storico 63° posto, diventando il primo in Italia ad aver completato un’ultramaratona.
L’immenso valore di questi traguardi
Enorme la gioia dei suoi genitori, accorsi a Biella a piedi per evitare di essere bloccati a causa delle restrizioni causate dalla pandemia. La loro presenza è stata quella spinta in più per il ragazzo, un incentivo a superare ancora una volta i propri limiti. La storia di Simone Perona ricorda molto quella del Team Hoyt e di Chris Nikic, due esempi di perseveranza, coraggio e tanta voglia di superare ogni limite. Ciò che accumuna queste imprese è innanzitutto l’importanza dello sport nella vita di quelle persone che, purtroppo ancora oggi, sono spesso considerate semplicemente “diverse” senza avere la possibilità di vivere una vita normale.
Altro elemento fondamentale è il ruolo della famiglia e di genitori disposti a dare la vita per i propri figli. Raccontare queste conquiste straordinarie dovrebbe essere una prassi e tutti dovrebbero conoscere ed emozionarsi dinnanzi a personaggi così coraggiosi e “semplici”. Magari tra i lettori di questi articoli si nasconde un futuro atleta che, tra qualche anno, seguirà l’esempio di Simone, Rick e Chris regalando al mondo dello sport un’altra meravigliosa impresa.
Alessandro Gargiulo