Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre sono una delle coppie più famose di sempre. Filosofi e attivisti, erano uniti da un amore libero. Un amore che è durato ben 54 anni, sancito dal principio di libertà assoluta.
Studenti di filosofia alla Sorbona, i due si sono conosciuti ad un seminario nel 1929. E da quel momento non si sono mai separati. Uniti dall’amore sconfinato per il pensiero, la cultura, la filosofia, passavano il loro tempo a condividere idee e dibattere sul mondo e la società. Clienti fissi del Café de Flore a Saint Germain, a Parigi, sono stati un punto di riferimento per tutti i pensatori del ‘900.
Jean Paul Sarte e Simone de Beauvoir sono nomi ben noti. Il primo è stato scrittore e padre dell’esistenzialismo, la sua compagna madre del femminismo. Ricordati per il loro attivismo politico – tra le altre, nel 1956 divennero portavoce del movimento indipendentista dell’Algeria – hanno lasciato traccia indelebile nel mondo della filosofia e della letteratura.
Ma anche nella società.
In un mondo in cui l’amore trova il proprio riconoscimento nel matrimonio, i due pensatori decidono di sfuggire alle meccaniche imposte da un sistema superiore che non li rispecchia, e scelgono di non sposarsi mai.
Una scelta piuttosto inusuale per i tempi, ma perfettamente coerente con il loro pensiero filosofico, che ruota attorno al concetto di libertà.
Se il matrimonio tradizionale si fonda sulla casa, sui figli e sui doveri coniugali, Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre decidono che il loro rapporto deve avere radici diverse. Si deve infatti basare sulla libertà.
Invece di sposarsi, decidono di stipulare un contratto con valenza biennale, che ha come unico vincolo quello della sincerità l’uno verso l’altro.
I due amanti rimangono quindi liberi di vivere altre esperienze, ma con la clausola appunto di essere sinceri. E di essere responsabili ognuno delle proprie azioni, seguendo il concetto derivato da Heidegger per il quale la responsabilità è essa stessa libertà. Ed è la conseguenza delle scelte, che sono un processo tanto privato quanto sociale.
I due amanti, inoltre, non avranno mai figli.
Questo ci ricollega a tutto il pensiero femminista di Simone de Beauvoir, che si oppone con decisione alla visione della donna come realizzata solo nella maternità. Per la filosofa, infatti, la realizzazione e l’indipendenza si ottengono tramite il lavoro e soprattutto l‘autodeterminazione. Un pensiero estremamente compatibile con i nostri tempi. Un grido per tutte le donne del mondo, che dice che non bisogna essere mogli e madri, ma esseri umani liberi di scegliere chi essere, esattamente come gli uomini. Ciò non significa che sia sbagliato decidere di diventare madri, ma che deve essere una scelta. Un concetto che è un contributo fondamentale per i diritti per le donne.
La storia di Simone de Beauvoir e di Jean Paul Sartre è durata una vita e un’eternità.
Ed è una storia ci piace tanto, perché non ci parla solo d’amore. Ma anche di libertà. Due concetti che dovrebbero andare sempre di pari passo.
Sofia Dora Chilleri