In una lettera, Simmel dichiara: “Per me è alquanto penoso essere considerato all’ estero soltanto come sociologo, mentre sono piuttosto un filosofo. Nella filosofia scorgo il compito della mia vita e mi occupo di sociologia soltanto come di una disciplina secondaria.”
Simmel è una figura emblematica. In Germania è considerato “filosofo della cultura e dell’arte”, in Francia viene rispettato come rappresentante del relativismo e della” filosofia della vita”. Negli Usa è celebrato come il fondatore della sociologia, invece in Italia è un proto-esistenzialista.
Egli era convinto che, dopo la sua morte, il suo pensiero non avrebbe avuto seguaci e per questo paragonò la sua opera a “denaro in contanti, che viene diviso tra molti eredi”.
La sua produzione artistica ricopre quasi tutte le scienze filosofiche ed umane del suo tempo.
Dopo Nietzsche è il magister indiscusso del saggio breve.
E’ un autore tragico, prolifico, sfuggente ed irritante.
Come pensatore, rivolge la sua attenzione a tematiche marginali (amore, sesso, prostituzione, denaro), all’ apparente, al relazionale, all’ intermedio.
Il lettore si trova di fronte ad un’opera frammentaria, ma al tempo stesso unitaria nel suo insieme.
E’ un accademico mancato, un intellettuale incompreso. A causa della sua forma mentis e per il fatto di essere ebreo, era un “esiliato in patria”.
Il suo primo lavoro sociologico è: ” La differenziazione sociale del 1890″, dove concepisce la realtà come un’insieme di relazioni. E la società viene intesa come il prodotto dell’azione reciproca dei suoi elementi costitutivi.
I filosofi di professione lo considerano “filosofo di seconda fila” perché temevano le ripercussioni sociali del suo pensiero.
Egli, infatti, compie continue incursioni nella “cultura bassa”. La sua grande inquietudine, la sua creatività e il suo continuo scontrarsi con la cultura accademica creano una voragine con i suoi successori, tanto che dopo la sua morte il suo pensiero cade nell’oblio.
Nel suo frammento postumo, l’amore è vissuto come un’esperienza che avvolge e travolge l’individuo in maniera assoluta. Solo la forza dell’amore ha il potere di ricomporre il soggetto che vive una continua scissione interna.