Il 21 febbraio del 1958 è stato creato ufficialmente il simbolo della pace. Da allora è stato riprodotto e riconosciuto in tutto il mondo ed è diventato il simbolo di numerose battaglie civili. Ma qual è la sua storia?
L’ideazione per il disarmo nucleare
A ideare il simbolo è stato Gerald Holtom, un artista e designer inglese. La prima volta che è stato utilizzato è stato in occasione della prima marcia di Aldermston – o marcia di Pasqua – organizzata a favore della campagna di disarmo nucleare. In quel Venerdì Santo migliaia di attivisti britannici partirono da Trafalgar Square a Londra per una marcia verso la fabbrica di armi nucleari di Aldermaston. Holtom aveva capito che era necessario che gli attivisti avessero un simbolo sotto cui riconoscersi e così ha proposto una prima versione del simbolo Ban the Bomb al Direct Action Committee Against Nuclear Far (Dac).
Non è un caso che la sua inaugurazione sia stata durante una manifestazione contro le armi nucleari, infatti la sua simbologia è strettamente connessa a questo.
Che cosa rappresenta
Quando ha pensato al simbolo per la causa Holtom ha avuto diverse idee. In origine ha pensato di rappresentare i una croce cristiana in un cerchio, ma poi ha rivalutato la sua idea perché non era ben visto l’accostamento di un simbolo religiose a manifestazioni e proteste.
L’artista inglese pensa allora di disegnare – con linee semplici – un uomo con le braccia alzate per rappresentare la disperazione data dal momento storico. Alla fine però decise di unire alla semplicità di un disegno facilmente riproducibile un significato nascosto: le tre linee rappresentano la sovrapposizione di due lettere: N e D. Rispettivamente stanno per Nuclear Disarmament, come sono rappresentate nell’alfabeto semaforico, il cerchio in cui la sigla è inserita rappresenta invece la terra.
In una lettera, scritta al magazine Peace News spiegò che dietro la sigla c’era un significato nascosto:
«Ero in uno stato di disperazione. Profonda disperazione. Ho disegnato me stesso: la rappresentazione di un individuo disperato, con le palme delle mani allargate all’infuori e verso il basso, alla maniera del contadino di Goya davanti al plotone d’esecuzione. Ho dato al disegno la forma di una linea e ci ho fatto un cerchio intorno».
Spiega così che – anche se con le braccia rivolte verso il basso e non verso l’alto come aveva pensato all’inizio – nel simbolo si dovesse comunque scorgere un uomo con la sua disperazione per il pericolo in cui verteva l’umanità.
L’adozione universale del simbolo della pace
Il simbolo non è coperto da copyright, questo proprio in virtùd dei valori che veicola . Nel corso degli anni è stato utilizzato in diversi ambiti e ha assunto un significato più ampio di uguaglianza e rispetto dei diritti universali.
È stato utilizzato per rappresentare la lotta per i diritti delle donne, degli omosessuali e contro l’apartheid. É diventato infatti un simbolo internazionale del movimento per la pace: usato dagli attivisti americani per i diritti civili al seguito di Martin Luther King, poi anche gli hippy lo diffondono negli anni del ’68 e infine si afferma con la Guerra del Vietnam.
Il fatto che non sia protetto da copyright se da un lato consente che diventi voce di più battaglie, dall’altra parte accade che il simbolo venga strumentalizzato per scopi commerciali o meno nobili di quelli per cui è stato ideato.
Ludovica Amico