Andrea Umbrello
Direttore Editoriale di Ultima Voce
Negli ultimi mesi, su striscioni, magliette, palloncini e post sui social media, l’anguria è emersa come simbolo globale durante le proteste contro la guerra tra Israele e Hamas iniziata nell’ottobre 2023. I colori dell’anguria tagliata a fette – polpa rossa, scorza verde-bianca e semi neri – richiamano la bandiera palestinese. Da New York e Tel Aviv a Dubai e Belgrado, il frutto è diventato un emblema di solidarietà, unendo attivisti di diverse lingue e culture in una causa comune.
L’origine del simbolo
Dopo la guerra in Medio Oriente del 1967, il governo israeliano ha represso le esposizioni della bandiera palestinese a Gaza e in Cisgiordania. A Ramallah, nel 1980, l’esercito ha chiuso una galleria d’arte per l’esposizione di opere con i colori della bandiera palestinese: rosso, verde, nero e bianco. L’artista Sliman Mansour ha raccontato che un ufficiale israeliano gli disse che era vietato organizzare mostre senza il permesso dell’esercito e dipingere con i colori della bandiera palestinese, menzionando l’anguria come esempio di violazione.
Un simbolo di resistenza
In segno di protesta, la gente cominciò a sventolare il frutto in pubblico. Negli anni ’90, con gli accordi di pace provvisori tra israeliani e palestinesi, l’esposizione della bandiera palestinese divenne meno problematica. Tuttavia, con l’insediamento dell’attuale governo nazionalista israeliano un anno fa, issare la bandiera palestinese è tornato ad essere un tema scottante. Tre decenni dopo, “è di nuovo diventato un simbolo nazionale”, ha detto Mansour.
La risposta al divieto delle bandiere palestinesi
Un anno fa, il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha vietato le bandiere palestinesi nei luoghi pubblici, incontrando una fervente opposizione. In risposta, Zazim, un gruppo di attivisti arabi ed ebrei israeliani, ha decorato i taxi di Tel Aviv con adesivi a forma di anguria con la scritta: “Questa non è una bandiera palestinese”.
Messaggio di resistenza
“Troveremo sempre un modo per aggirare qualsiasi divieto assurdo e non smetteremo di lottare per la libertà di espressione e la democrazia, che si tratti della bandiera del Pride o della bandiera palestinese”, ha dichiarato l’organizzazione in un comunicato.
Per alcuni, abbracciare i colori della bandiera significa lottare per la libertà e l’uguaglianza, più che necessariamente per l’indipendenza.
Contesto culturale
Le angurie sono un alimento base della regione; piatti come l’insalata popolare nella Gaza meridionale hanno origini nelle tribù arabe beduine. Sempre più giovani attivisti adottano l’emoji del frutto per chiedere un cessate il fuoco a Gaza, utilizzando l’emoji per aggirare gli algoritmi che, secondo i sostenitori, le aziende tecnologiche impiegano per sopprimere i post con parole chiave come “Gaza” e “palestinese”.
Una storia di simbolismo e resistenza
L’uso dell’anguria come simbolo di resistenza risale a decenni fa. Negli anni ’80, quando il governo israeliano impose restrizioni severe sull’uso della bandiera palestinese, gli artisti e gli attivisti cercarono modi creativi per aggirare queste limitazioni. Con i suoi colori simili a quelli della bandiera, divenne una scelta naturale.
Durante quel periodo, la repressione delle espressioni di identità palestinese era intensa. Le mostre d’arte che utilizzavano i colori della bandiera venivano chiuse, e gli artisti venivano perseguiti. L’episodio della galleria d’arte di Ramallah è emblematico di questa repressione. La reazione della popolazione fu creativa e coraggiosa, utilizzando il frutto come simbolo visibile di resistenza e identità nazionale.
Oggi simbolo di unione e protesta
Oggi, il frutto ha assunto una nuova dimensione come simbolo di protesta e solidarietà globale. Durante le manifestazioni contro la guerra tra Israele e Hamas, l’anguria è stata utilizzata per unire persone di diverse nazionalità e background culturali sotto un’unica causa. Le immagini di angurie sui social media, i disegni sui cartelli e gli adesivi sui taxi rappresentano un messaggio chiaro: la solidarietà e la resistenza non possono essere soppresse.
La creatività nella protesta
L’uso dell’emoji dell’anguria sui social media è un esempio di come gli attivisti moderni utilizzino la tecnologia e la creatività per aggirare la censura. Gli algoritmi delle piattaforme social spesso sopprimono contenuti con parole chiave specifiche, rendendo difficile per gli attivisti diffondere i loro messaggi. L’emoji diventa così un mezzo per comunicare in modo sottile e efficace, mantenendo viva la discussione e la protesta.
Il futuro del simbolismo
Come simbolo di resistenza e solidarietà, probabilmente continuerà a essere utilizzata nelle proteste future. La sua semplicità e il suo significato profondo la rendono un potente strumento di comunicazione visiva. Mentre le tensioni in Medio Oriente persistono, i simboli giocano un ruolo cruciale nel mantenere viva la lotta per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia.