Silvio Berlusconi è impresentabile per la Commissione parlamentare antimafia. A tre giorni dal voto alle europee arriva la stangata che colpisce il presidente di Forza Italia. Berlusconi, riabilitato col decorrere dell’impedimento all’attività pubblica imposto dalla legge Severino dal 2013, ora risulta nuovamente non candidabile.
Si è parlato spesso della presunta fine del politico che per un ventennio ha monopolizzato lo scenario italiano. Dal 1994 al 2011, quando il suo ultimo governo crolla sotto i colpi della perdita della maggioranza assoluta alla Camera dei deputati e dell’avanzamento della crisi finanziaria, Berlusconi è stato il protagonista indiscusso della vita politica del Paese. Scelte istituzionali e diplomatiche spesso invise all’opposizione e a una grande fetta di opinione pubblica, ma anche lifting, barzellette, TV shows e baccanali ad Arcore.
E ora Silvio Berlusconi è tornato a fare quello in cui eccelleva, la campagna elettorale. Questa volta per le elezioni europee del 2019. Certo, il volto che buca lo schermo, il sorriso canzonatorio, sono in parte cambiati. Rispetto al Berlusconi degli ultimi tempi, a tratti muto, in questi giorni appare sui talk show un Cavaliere “più tonico”, come osserva Enrico Mentana, ma ci siamo allontanati dagli spot elettorali degli anni 90’ e dall’invincibile Milan dei trofei internazionali.
Insieme a quelle di Pietro Tatarella, Giovanni Paolo Bernini (Forza Italia) e Emanuela Florino (Casapound), la candidatura di Berlusconi risulta non conforme al codice di autoregolamentazione. Silvio Berlusconi è impresentabile. Il Cavaliere è, infatti, imputato per corruzione in atti giudiziari e con dibattimento in corso al tribunale di Roma e Milano. La replica sulla trasmissione “diritto e rovescio” in onda su Rete 4 non tarda a farsi sentire: “Io impresentabile? Ho preso 200 milioni di voti nel corso della mia carriera politica e altri milioni ne prenderò….” ribatte Berlusconi.
Così spesso i discorsi politici sconfinano in aneddoti e reminiscenze di un passato imprenditoriale, le promesse elettorali deragliano in ricordi di folle acclamanti nelle città del Sud e nella metropoli Milanese. Tutto si apre e si chiude con le sue stesse parole e come un grande affresco di un’età passata, la sua. E forse è questo quello che Silvio Berlusconi è sempre stato, un regista di se stesso, l’inventore di un film in cui è sempre lui il personaggio principe. L’ascesa e la caduta di un uomo dall’ambizione sconfinata che ci guarda da dietro una telecamera, in doppio petto, con le rughe statiche, e lancia ancora un sorriso. Per l’ultima volta?
Paolo Onnis