Silvio Berlusconi al Colle non piace a nessuno. Cioè a nessuno no ma diciamo che sono parecchi quelli che si lamentano di quanto sia inadatto. E così fioccano anche alternative, moltissime delle quali con la politica non hanno niente a che fare.
Silvio al Colle
Bisogna dirlo. Silvio Berlusconi al Colle è una prospettiva infelice perché è forse la persona meno adatta a ricoprire quel ruolo. Anche restando oggettivi rispetto al suo pensiero politico, occorre ricordare che il Presidente della Repubblica è una figura anche di rappresentanza, di decoro, è il nostro biglietto da visita all’estero. In più è garante della legge e della Costituzione. In tutta onestà pensare di poter candidare qualcuno che vanta 32 processi penali sulle sue spalle ( di cui 1 condanna, 8 prescrizioni, 2 amnistie e 10 archiviazioni) in effetti pare poco il caso. Certo, il nostro sistema è garantista e una volta pagato il tuo debito con la giustizia sei un cittadino che può fare tutto. Non è detto che però sia il caso che tu lo faccia. Ancora di più se il politico in questione è noto per la barzellette sconce ai summit internazionali; i commenti goliardici oppure offensivi nei confronti delle donne e del loro aspetto; uno ricordato per essere più un festaiolo che altro. Se non lui però allora chi?
Politica senza politica
I nomi che fioccano come alternative a Silvio Berlusconi hanno sempre poco a vedere con la Politica. Vero è che il Presidente non compie scelte politiche ma qui si tratta di nomi che spuntano fuori dalla medicina, dall’impegno umanitario, dall’economia, dall’astronautica e così via. Rivelano un forte bisogno di capacità e moralità che va ben oltre l’insofferenza a Silvio Berlusconi. Quasi a dire “cerchiamolo fuori perché di 600 politici quanti sono, non se ne salva nessuno, di più: se uno è un politico allora ha qualcosa che non va.” Questo atteggiamento potremmo definirlo Antipolitica. Antipolitica non è un concetto nuovo, risale alla rivoluzione francese, ma mai come oggi vive il suo periodo di massimo splendore. L’Antipolitica è nata dal basso, come una mal di pancia, frutto della sfiducia e della stanchezza per le istituzioni. Una insoddisfazione popolare che i politici stessi hanno raccolto. Una sorta di Antipolitica dall’alto: quella in cui è il politico stesso a dirti che lui non lo è, anzi è un asfaltatore, un rimodernatore. O come disse Silvio: un Presidente operaio. Ecco che la disaffezione tra popolo e politica è compiuta. Nessuno va più a votare, tutti si dichiarano lontani dalla politica, che siano eletti o elettori.
Politica anima mia
La politica in realtà non se n’è mai andata. Uno dei significati concreti della politica è scegliere. Chi governa ma anche chi è governato compie delle scelte tutti i giorni. Il più delle volte sono bivi in cui si decide di privilegiare X piuttosto che Y. E questa scelta la facciamo sulla base delle nostre idee, dei nostri ideali, di come vorremmo il mondo. Questa è politica. Che poi vuol dire anche comunicare. Il politico si avvale di esperti, si spera di quelli buoni, ma prima di decidere e di votare, egli parla e ascolta. Attraverso la comunicazione il politico spiana il terreno, cerca alleati e trova i soldi per concretizzare quei progetti che poi saranno definiti dagli esperti. Un governo di illuminati quali dottori, immunologi, cronisti e sapienti a vari livelli, per quanto perfetto sulla carta, non solo non funzionerebbe ma non è nemmeno auspicabile: innanzitutto professionisti di tale risma sarebbe meglio che continuassero a fare il loro indispensabile lavoro, in secondo luogo raramente i tecnici hanno le capacità comunicative adatte alla politica. Lo stesso si può dire di un Presidente della Repubblica, che anche se non compie scelte di Governo, deve conoscere la Costituzione, avere buonissime relazioni diplomatiche, avere occhio per le macchinazioni di palazzo, possedere quella lungimiranza che gli permetta di garantire il sistema democratico o di interferirvi, per esempio sciogliendo le Camere. Tutto questo è anche politica. E non c’è nessuno che conosca la politica meglio di un politico. Certo, magari, Silvio meglio di no.
Alice Porta