Il processo sul rapimento di Silvia Romano doveva avere luogo a Nairobi, ma il magistrato ha deciso di cambiare idea per ascoltare anche i testimoni dell’evento.
Tutti ricorderanno la vicenda di Silvia Romano, la volontaria italiana che è stata rapita in Kenya. L’ultimo aggiornamento in merito riguardava delle fonti investigative keniane. Stando a quanto riportato, la giovane sarebbe ancora viva. Oggi però scopriamo altri dettagli sulla vicenda. Il tutto grazie al sito dedicato agli italiani in Kenya, malindikenya.net, diretto da Freddie Del Curatolo. Stando ad un loro articolo, ieri sarebbe iniziato il processo per il rapimento di Silvia Romano, che vede imputati i suoi due rapitori.
Un cambio di location
Inizialmente il processo doveva tenersi a Nairobi, ma la situazione è cambiata. Il magistrato ha scelto il villaggio dove la volontaria è stata rapita come nuova location. Il motivo è molto semplice, in questo modo potrà ascoltare più facilmente i testimoni di questo tragico evento. Ha sottolineato il magistrato che queste persone difficilmente disponevano delle risorse per affrontare un viaggio a Nairobi o Malindi. Il processo si terrà in un’aula della scuola di Chakama.
I due accusati
I due rapitori avevano già confessato i loro reati. Avrebbero anche collaborato con le autorità keniane fornendo informazioni ritenute credibili. Stando a quanto riportato dai due, la ragazza era ancora viva fino a dopo natale. Inoltre, la volontaria sarebbe stata ceduta ad un’altra banda di criminali. Questi ultimi sembrerebbero più organizzati e capaci di gestire l’ostaggio ed eventuali trattative. Per ora non ci sono altre indiscrezioni a riguardo.
Il processo va avanti
Oggi il processo continua, ma si terrà alla Corte di Malindi. I tempi per la sentenza non sono ancora noti, ma i magistrati avevano fissato due giorni di udienze, ovvero il 29 ed il 30 luglio. Nonostante l’esito sia scontato, non è invece chiaro se potranno emergere nuovi dettagli sulla vicenda durante l’udienza
Le ricerche di Silvia Romano continuano
La cosa più importante è che le ricerche continuano. A quanto pare le attività di intelligence stanno aumentando. Ciò sembra suggerire che tutte le figure italiane, insieme alle autorità keniane, stanno continuando ad indagare. Non è da escludere che, grazie alle informazioni dei due rapitori, adesso abbiano anche una pista più precisa da seguire. Fa anche ben sperare il ritorno dei carabinieri del Ros a Nairobi, un trasferimento concordato durante il vertice di Roma del 12 luglio.
Questa volta la nuova missione ha come obiettivo l’acquisizione di nuovo materiale probatorio raccolto dalle autorità locali. Queste stanno lavorando per catturare i restanti cinque membri della banda di sequestratori. Mentre due sono adesso sotto processo, un terzo elemento sarebbe stato fermato dalla polizia, ed avrebbe già ammesso le sue colpe. Le autorità locali stanno anche lavorando su un’altro fronte. Scoprire dove sia imprigionata la giovane volontaria italiana.
Francesco Giordano