Silvia Romano è libera: “Nonostante tutto ne è uscita bene”. Le dichiarazioni dopo il rientro in Italia

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Dopo un anno e mezzo di ricerche, Silvia Romano è libera. L’annuncio della liberazione della giovane risale al 9 maggio. Ieri il rientro in patria. Al momento dell’arrivo a Ciampino, ad accogliere Silvia c’erano i suoi familiari, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

La vicenda

Silvia Costanza Romano è una volontaria di origini milanesi. Era stata rapita il 20 novembre 2018, all’età di 23 anni, nel villaggio di Chakama (Kenya) dove si trovava per conto della ONLUS italiana Africa Milele per un’esperienza di volontariato in un orfanotrofio. Non era la prima volta sul continente africano per Silvia. Infatti, dopo la laurea conseguita nel 2018 in mediazione linguistica per la sicurezza e la difesa sociale, Silvia era partita per un’esperienza in Kenya, da cui era rientrata per ripartire nuovamente qualche settimana dopo.

Il rapimento è stato seguito da lunghi mesi di silenzio dovuti alle difficoltà a reperire informazioni e a verificare le poche pervenute, in un mescolarsi di dichiarazione e  avvistamenti.

La polizia locale aveva ipotizzato il rapimento da parte di criminali comuni, allo scopo di estorcere denaro o vendere la ragazza oltre il confine, il particolare in Somalia, paese caratterizzato da una forte presenza di jihadisti di al Shabaab, gruppo legato ad al Qaeda.

A novembre 2019, tre presunti rapitori, Moses Luwali Chembe, Abdulla Gababa Wario Guyo e Ibrahim Adhan Omar erano stati arrestati. Il terzo uomo, Ibrahim Adhan Omar, era tornato in libertà pochi giorni dopo, il 14 novembre 2019, pagando una cauzione e sparendo dalla circolazione.  Le ricerche non si sono fermate. Il governo somalo aveva emesso mandati di arresto nei confronti di 23 uomini noti per la loro appartenenza all’organizzazione Al-Shaabab.

Nel gennaio del 2020, i funzionari dell’Aise, i servizi segreti italiani che lavorano all’estero, hanno ricevuto un video di Silvia in cui affermava di stare bene. Da quel momento, l’Aise, insieme alla polizia locale e ad alcuni agenti segreti, hanno avviato il negoziato per procedere alla liberazione. Ora Silvia Romano è libera.




L’arrivo in Italia

In seguito agli interrogatori con gli investigatori, sono emersi retroscena meno terribili di quanto si temesse. Silvia avrebbe dichiarato di essere “serena” e di essere “stata trattata bene” durante tutto il periodo del sequestro. “Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri”. Romano non avrebbe mai visto il volto dei carcerieri, sempre coperti e attenti a nascondere la propria identità.

Al momento dell’atterraggio in Italia, Silvia, munita di mascherina come previsto dalle ordinanze contro il coronavirus, indossava delle vesti tradizionali somale e l’jilbab, fatto che ha scatenato molte discussioni riguardo alla sua conversione all’Islam. Silvia ha raccontato di essersi convertita circa verso la metà della sua prigionia, “quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata”, La ragazza ha anche aggiunto di averlo fatto spontaneamente, senza pressioni. Gli inquirenti pensano che, tuttavia, la conversione  possa essere il frutto della situazione psicologico-emotiva che la ragazza si è trovata ad affrontare. Inoltre, Silvia ha fortemente negato di essersi sposata o di essere stata costretta ad intrattenere alcun tipo di relazione coi carcerieri. La giovane è apparsa in buona salute e soprattutto molto felice di riabbracciare la sua famiglia.

Silvia Romano è libera, le dichiarazioni

L’ambasciatore italiano in Somalia, Alberto Vecchi – la forza di spirito di Silvia.

L’ambasciatore ha accolto Silvia nella sede a Mogadiscio, dove hanno avuto modo di condividere una pizza, come richiesto dalla giovane. “Mi sarei aspettato una persona più tesa e invece mi è sembrato che nonostante tutto ne sia uscita bene”.

Il presidente Giuseppe Conte – lavorare uniti.

“Questi risultati si ottengono solo se c’è abnegazione, in particolare dell’Aise, ma grazie anche alla Farnesina e all’unità di crisi, al ministro Di Maio, all’autorità giudiziaria. Quando lavoriamo insieme coesi, concentrati, ce la facciamo sempre. È un bel giorno, sono molto contento per Silvia, per i suoi genitori e per tutti gli italiani che hanno atteso questo momento”.

Il presidente Mattarella – una gioia per tutti gli italiani.

“La notizia della liberazione di Silvia Romano è motivo di grande gioia per tutti gli italiani. Invio un saluto di affettuosa solidarietà a Silvia e ai suoi familiari, che hanno patito tanti mesi di attesa angosciosa. Desidero esprimere riconoscenza e congratulazioni agli uomini dello Stato che si sono costantemente impegnati, con determinazione e pazienza, tra tante difficoltà, per la sua liberazione Bentornata, Silvia”.

Il ministro degli Esteri Di Maio – imperativo riportare a casa gli altri italiani.

Di Maio dichiarato “Voglio ringraziare a nome del ministero degli Esteri tutti quelli che hanno collaborato per riportare Silvia Romano in Italia. Nel giorno della Festa della Mamma ritorna Silvia, un augurio alla sua mamma e a tutte le altre mamme e genitori degli altri cittadini italiani ancora in stato di prigionia all’estero, lavoreremo per riportarli a casa: l’Italia non lascia indietro nessuno. Lavoro continuerà e andrà avanti dalle prossime ore”.

Il leader della Lega Salvini – a che prezzo?

A “Mezz’ora in più” su Rai 3, Matteo Salvini ha commentato “Greta e Vanessa, una volta liberate dissero subito: ‘noi torneremo là’. Credo che fosse il caso di pensarci un po’. È chiaro che nulla accade gratis ma non è il momento di chiedere chi ha pagato cosa. Io ho visto come lavorano le nostre forze dell’ordine e porto enorme rispetto verso chi corre rischi, penso all’agente Apicella. Prima di fare cose che mettono a rischio la vita di donne e uomini delle forze dell’ordine, in Italia e all’estero, pensarci cento volte”.

Silvia Romano è libera ed è rientrata a casa. Il suo arrivo ha scatenato reazioni controverse anche sui social, dove l’opinione pubblica si è divisa tra gioia, richieste di chiarimenti riguardo al pagamento di un eventuale riscatto e non sono mancati commenti razzisti per la sua conversione e cambio di nome.

Festeggiamenti nel quartiere di Milano

Al sopraggiungere della notizia della liberazione di Silvia, Milano si è riempita di striscioni di bentornato, e il suo quartiere sta pensando a dei festeggiamenti che non creino disagi permettendo di rispettare la quarantena.

Noemi Rebecca Capelli

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