Dichiara pubblicamente che “l’omosessualità è una malattia”: denunciata, ma la Procura la proscioglie. Silvana De Mari assolta: non esiste reato per la scrittrice che si scaglia contro i gay.
Archiviate tutte le accuse contro la De Mari, perché “il reato di discriminazione non sussiste”, in quanto la dottoressa “si rivolgeva ad una pluralità indiscriminata di persone”: in altre parole, secondo la Procura, non sarebbe possibile individuare il soggetto offeso. Si chiudono così le indagini che erano state aperte a fronte della denuncia del Torino Pride, dopo che la blogger e medico, aveva apertamente definito l’omosessualità una malattia.
“Non è una condizione normale. Io ho tre specialità: psicoterapia, medicina e chirurgia e sono 40 anni che curo le persone omosessuali”
Le dichiarazioni della sessantaquattrenne psicoterapeuta e scrittrice fantasy, non lasciano spazio a dubbi, tanto che l’esposto contro di lei era supportato anche dal Comune di Torino, ma a nulla è valso lo schieramento morale e oggettivo dei rappresentanti comunali. La decisione che vede la De Mari assolta non è andata giù agli avvocati del Torino Pride che si sono, infatti, opposti all’archiviazione della denuncia. Nei prossimi giorni arriverà la decisone del Giudice per le Udienze Preliminari.
Le asserzioni di Silvana De Mari, non sono passate inosservate nemmeno agli occhi dell’ordine dei medici, che sta prendendo in seria considerazione un eventuale provvedimento di radiazione dall’albo ai danni della dottoressa. Le pensate della scrittrice, sugli omosessuali, erano già tristemente note sul web, ma sono diventate certezza quando ella stessa ha evidenziato i punti salienti delle sue idee durante un’intervista rilasciata per la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, in cui la dottoressa ha testualmente spiegato la condizione alquanto particolare degli omosessuali.
“I gay vivono una condizione tragica”
Tali affermazioni sono servite per far partire le querele a suo carico: nonostante tutto, il pm non ha trovato un valido motivo per portare a processo la donna, né in riferimento alla discriminazione, né alla diffamazione. Di diverso parere è l’avvocato del Torino Pride, secondo il quale i presupposti ci sarebbero tutti:
“Le offese pronunciate pubblicamente dalla De Mari sono rivolte ai movimenti, non solo alle persone in generale, e non sono opinioni ma offese”
Vedremo come andrà a finire la nuova diatriba scatenata dalla De Mari, che sembra quasi voler di tanto in tanto far parlare di sè: non sono lontane le sue affermazioni sul femminicidio tant’è che ci chiediamo: sarà mica mania di protagonismo la sua?
Anna Lattanzi
Non c’è stata alcuna assoluzione, ma semplicemente un parere negativo del PM. Il GUP oggi lo ha smentito, perchè quelle non sono opinioni, ma insulti (“deficenti”, “coprofagi”, “criminali”: questi gli appellativi verso gay e le loro associazioni). Il processo si farà.