Saga Mihara, Tokyo. Sono da poco passate le due di notte. Un uomo si introduce nel Tsukui Yamayuri Garden, un centro riabilitativo e ricreativo per persone con problemi di handicap. Satoshi Vematsu, 26 anni, rompe una finestra del centro e armato di coltello compie una strage. Poco dopo le 2:30 esce dal centro e si va a costituire alla polizia. Dietro di sé, una scia di sangue e orrore: 19 morti e 20 feriti. “Voglio liberare il mondo dai disabili”, questo è quello che avrebbe dichiarato alla polizia il carnefice. Al momento dell’arresto, non aveva con sé l’arma del delitto, che è stata trovata poco dopo nella sua auto. Satoshi era stato un dipendente del centro fino a qualche mese prima. Conosceva le sue vittime, che nulla hanno potuto fare, intrappolati nel centro, dai loro handicap e storditi dal sonno. Ennesima strage compiuta da un balordo di turno, da chi per ritagliarsi un posto , per sentirsi al centro dell’attenzione , assecondando le sue manie di onnipotenza, ha compiuto una strage su persone che non potevano difendersi. Una costante questa, questi vigliacchi attaccano sempre chi non può difendersi. In Giappone non è la prima volta che viene compiuta una strage all’arma “bianca”, infatti è praticamente impossibile reperire armi da fuoco in questo paese, visto le norme severe e le restrizioni imposti dalla legge, purtroppo ciò a volte non è bastato: a Tokyo nel 2008 un uomo si lancia con il suo camion sulla folla, poi scende ed inizia ad accoltellare la gente per strada. Il bilancio finale sarà di sette vittime. Nel 2001 sgomento per l’uccisione di otto bambini a Osaka. Il male non si ferma davanti a niente.
Il silenzio degli innocenti : strage in Giappone
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di admin
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