Sicurezza sul lavoro: oltre mille vittime nel 2024

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Il 2024 si profila come un anno nero per la sicurezza sul lavoro in Italia, con dati che mostrano una realtà sempre più drammatica. Secondo i numeri ufficiali comunicati dall’INAIL, le vittime accertate sul luogo di lavoro nei primi undici mesi dell’anno hanno superato quota mille, segnando un aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, questo bilancio già sconfortante non include alcuni episodi tragici di grande risonanza, come la strage di Calenzano avvenuta all’inizio di dicembre. Il fenomeno appare dunque ben più esteso e preoccupante di quanto suggeriscano le statistiche.

Aumento delle vittime nei settori più vulnerabili

Un’analisi più dettagliata dei dati mette in luce tendenze che non possono essere ignorate. Le morti nel settore delle costruzioni sono in aumento, confermando l’inefficacia di misure come la patente a punti, che era stata introdotta per garantire maggiore sicurezza nei cantieri. Anche il comparto del trasporto e magazzinaggio ha visto un incremento delle vittime, dimostrando quanto sia fragile la tutela dei lavoratori in contesti caratterizzati da ritmi intensi e turni estenuanti.

Un elemento particolarmente preoccupante è la distribuzione delle vittime per categorie. I lavoratori extracomunitari hanno registrato un aumento del 4,8% nei decessi, mentre le lavoratrici donne hanno subito una crescita dell’1,0%. La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 60 e i 74 anni, con un incremento del 5,2%. Questo quadro mostra come le categorie più vulnerabili siano esposte a rischi sempre maggiori, spesso a causa di condizioni lavorative precarie e carenza di misure preventive adeguate.

In crescita le morti durante il tragitto casa-lavoro

Se da un lato si è registrata una lieve diminuzione dei decessi avvenuti sul posto di lavoro, passati da 745 a 731, dall’altro è cresciuto in modo significativo il numero delle vittime durante il tragitto casa-lavoro. Questi casi, definiti tecnicamente “in itinere”, sono aumentati da 223 a 269, con un incremento del 20,6%. Tale fenomeno mette in evidenza un aspetto spesso sottovalutato della sicurezza lavorativa, ovvero l’importanza di garantire condizioni di spostamento sicure, specialmente in settori dove i lavoratori sono costretti a percorrere lunghi tragitti o utilizzare mezzi di trasporto inadeguati.

Un sistema di prevenzione inefficace

La crescita costante delle vittime, soprattutto nei settori già considerati ad alto rischio, solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche di prevenzione adottate finora. La tanto decantata patente a punti, che avrebbe dovuto garantire un maggiore controllo sulla sicurezza nei cantieri edili, si è dimostrata insufficiente a fronteggiare un problema strutturale. Gli esperti denunciano la mancanza di controlli adeguati e l’insufficienza delle sanzioni per chi non rispetta le norme di sicurezza.

L’economia sulle spalle dei più deboli

Il trend di crescita delle vittime tra i lavoratori più vulnerabili, come gli immigrati e le persone in età avanzata, suggerisce un altro inquietante aspetto del fenomeno: l’economia sembra sfruttare le categorie più deboli, mettendo in secondo piano la loro sicurezza. Spesso, i lavoratori extracomunitari sono impiegati in mansioni particolarmente faticose e rischiose, con salari bassi e poca formazione sui pericoli legati alle attività svolte. Allo stesso modo, l’aumento dei decessi tra i lavoratori over 60 rivela come l’invecchiamento della forza lavoro, in assenza di adeguate misure di protezione, rappresenti un ulteriore fattore di rischio.

Necessità di un cambio di paradigma




È indispensabile investire maggiormente nella formazione dei lavoratori e nella sensibilizzazione sui rischi, introducendo programmi di aggiornamento obbligatori per tutte le categorie, con particolare attenzione ai settori più a rischio. Parallelamente, è fondamentale rafforzare il sistema di controllo, aumentando il numero di ispettori e intensificando le verifiche sul rispetto delle norme di sicurezza. Inoltre, occorre incentivare le aziende ad adottare tecnologie innovative per la prevenzione degli incidenti, come dispositivi di protezione avanzati e sistemi di monitoraggio.

L’urgenza di un intervento politico

La politica deve assumere un ruolo centrale nella lotta contro le morti sul lavoro. Questo significa non solo introdurre nuove leggi più severe, ma anche garantire l’effettiva applicazione di quelle già esistenti. I fondi destinati alla sicurezza sul lavoro devono essere aumentati e utilizzati in modo trasparente, privilegiando iniziative concrete come la modernizzazione dei cantieri, la diffusione di buone pratiche e il sostegno alle imprese che investono in sicurezza. Senza un impegno deciso da parte delle istituzioni, il fenomeno rischia di aggravarsi ulteriormente.

 

 

 

 

Patricia Iori

 

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