Approvato il cosiddetto “Pacchetto speranza” che, tra le altre misure, contiene disposizioni in merito all’istituzione del reddito di cittadinanza, servizio civile e cantieri di lavoro.
Se ne fa un gran parlare, da queste parti. E non potrebbe essere altrimenti, visto che si parla di “pacchetto speranza”. Perché 500 milioni di euro qui, nella regione più disoccupata del Belpaese, non sono altro che una grossa, ma grossa davvero, speranza! Lo è per “gli ultimi” – come li ha appellati Crocetta in conferenza stampa – per le norme contenute nel pacchetto; lo è anche per lo stesso Presidente della regione, che si è spinto fino all’inclusione di proposte pentastellate nel pacchetto, pur di arginarne l’avanzata.
Ma, speranze a parte, in cosa consiste il pacchetto in questione? Tante e diverse misure per arginare la povertà. Si parla in primis di reddito di cittadinanza: della somma complessiva, circa 350 milioni di euro verranno impiegati per finanziare un reddito da 500 euro al mese per coloro i quali possiedono un Isee inferiore a 5 mila euro annui. Tale reddito viene erogato fino a sei mesi e in cambio i cittadini residenti che ne usufruiranno dovranno dedicare parte del loro tempo a servizi sociali.
Oltre a ciò, anche il servizio civile sarà rifinanziato – per un totale di 115 milioni -, consentendo a laureati e diplomati fino a 29 anni di inserirsi nel mondo del lavoro, il bando sarà redatto e curato dagli Assessorati alla Formazione e al Lavoro. E poi ci sono i 100 milioni destinati ai cantieri di lavoro, mentre 80 milioni serviranno per il sostegno alle imprese per l’occupazione. Infine 50 milioni diventeranno un “contributo sociale” per le fasce più deboli e per le borse lavoro per la raccolta differenziata; queste ultime sono destinate a disoccupati che saranno impiegati come risorse dalle aziende nella raccolta porta a porta.
Da dove arriva questa pioggia di fondi? Parte della cifra è coperta col Fondo sociale europeo; l’altra invece è costituita dai fondi Pac gestiti dal Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Non è la prima volta che ci prova, Rosario Crocetta, a emulare i pentastellati. Già lo scorso anno il disegno di legge per avviare il reddito di cittadinanza era stato presentato all’Ars, rimanendo però fermo in commissione. Stavolta c’è di nuovo che il provvedimento sarà iniziato in via amministrativa, senza norme da approvare in aula. Così i fondi saranno spendibili entro due mesi, così come Roma vuole.
“E’ un accordo strutturale e storico che rivede l’intesa del 1965 tra la Regione siciliana e lo Stato in materia di entrate, è un accordo che premia il lavoro che abbiamo fatto in questi anni”, così Crocetta definisce questo “flusso” sulle pagine del Giornale di Sicilia. Certo, bravo. L’altra faccia della medaglia è che anche con questo accordo si è firmata la resa più totale e la morte dell’Autonomia di una regione che, di fatto, è ormai a statuto ordinario.
Alessandra Maria