Nello Musumeci è il nuovo governatore della Sicilia. E’ riuscito, seppur negli ultimi giorni, a riunire tutto il centrodestra e a ottenere un 39,6% alle elezioni portando in consiglio regionale le tante liste a lui collegate. Musumeci era il candidato di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, felicissima, poi sono saliti sul carro del vincitore pure Matteo Salvini della Lega Nord e l’ex cavaliere Silvio Berlusconi
In Sicilia, il Movimento 5 stelle aveva fatto una campagna elettorale “porta a porta” portando i leader nazionali (Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista) da parecchio tempo a sostegno del candidato governatore Giancarlo Cancelleri che si attesta comunque su un positivo 34,9%.
Inoltre i grillini in Sicilia risultano il partito di gran lunga maggiore raggiungendo il 27% e arrivando quasi a doppiare Forza Italia e il Pd che sono circa al 15%. Già, il grande sconfitto è proprio il Pd con quello che doveva essere il suo alleato maggiore, Alfano siciliano purosangue e leader di Alleanza popolare.
Il candidato del Pd, il Rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari, è al 18,6% anche se la somma delle sue liste è superiore. Ciò significa che c’è stato un voto disgiunto, per la maggior parte andato a Cancelleri che ha aumentato i consensi rispetto alla sua forza politica presentatasi come sempre finora, sola senza coalizzarsi con nessuno.
Sicilia amara anche per il candidato di tutte le formazioni di sinistra alternative al Pd, Claudio Fava, che raggiunge sola mente un dignitoso 6,1% che gli permette di entrare nell’assemblea legislativa. Ma Fava e i suoi sostenitori speravano sinceramente di più.
Da sottolineare l’astensionismo, sempre alto, in Sicilia che però stavolta ha stupito perché ha superato il 50% in un test considerato da tutti i politici di livello nazionale in vista delle elezioni politiche che si terranno probabilmente a marzo del 2018.
Proprio dalla Sicilia parte un campanello d’allarme molto forte per il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che non è quasi venuto nell’isola e ora dovrà per forza tentare di cambiare strategia e alleanze. In caso contrario, la vittoria per vincere in Parlamento a Roma si giocherà probabilmente di nuovo fra il centrodestra e il Movimento 5 stelle.
Berlusconi, personaggio discutibile, ma con fiuto politico, ha già attaccato subito dopo il voto in Sicilia il Movimento 5 stelle definito “pauperistico e incapace di governare meno un condominio” individuando il prossimo avversario in vista delle elezioni politiche. E Di Maio ha annullato il confronto tv con Renzi previsto per il 7 novembre sostenendo che il segretario del Pd non è più il candidato premier del centrosinistra. Sicuramente nel Pd ci sarà una resa dei conti, almeno sulla linea politica da verificare.