Il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, ha affidato alla Lega l’assessorato dei Beni culturali.
L’epidemia sta lasciando la Sicilia, ma l’isola sembra colta da un altro morbo: la perdita di memoria.
La nomina, non ancora avvenuta, sostituirà lo stesso presidente di Regione, Musumeci, che ha assunto l’incarico ad interim dopo la morte dell’archeologo Sebastiano Tusa, a causa di un incidente aereo.
Tra i compiti del nuovo assessore della Lega ci sarà quello di diffondere nelle scuole “la cultura e il dialetto siciliani”. Inoltre, si occuperà di gestire le soprintendenze provinciali e quella del Mare, dei 14 parchi archeologici, dei musei regionali e delle biblioteche di Palermo, Catania e Messina
La decisione arriva dopo il vertice di maggioranza del 12 maggio 2020, durante il quale la coalizione di centrodestra ha affrontato alcuni problemi urgenti:
– la riprogrammazione dei fondi comunitari per dare sostegno alle imprese
– la lotta contro il dissesto idrogeologico
– i gravissimi problemi sulla viabilità provinciale
– il lavoro
– la sburocratizzazione delle pratiche (ce ne sono 18mila ferme, per il valore di circa 7 miliardi di euro, che equivalgono a 3 punti di Pil).
Al vertice c’erano, oltre al governatore Musumeci, Gianfranco Micciché per Forza Italia, Roberto Di Mauro per l’MPA, Saverio Romano per Cantiere popolare, Gino Ioppolo per Diventerà Bellissima, Decio Terrana per l’Udc, Salvo Pogliese per Fdi e l’ex sottosegretario Stefano Candiani per il partito di Salvini.
A conclusione del vertice, Musumeci ha detto:
È stata un’intensa giornata di lavoro, che si è conclusa con la disponibilità della Lega a entrare in Giunta, su mia richiesta: ne sono felice perché mi è stata vicina fin dalla mia candidatura. Sono certo che adesso il centrodestra al completo saprà dare ulteriore impulso alle grandi riforme, in un rapporto sempre più sinergico tra governo e assemblea regionale, comprese le forze dell’opposizione che vorranno essere propositive
C’è da chiedersi se Musumeci l’abbia fatto su richiesta, sì, ma della Lega.
È quanto si deduce dalle parole di Antonio Ferrante che, dopo aver saputo che è stato affidato alla Lega l’assessorato dei Beni culturali, senza mezze parole, ha detto:
Una vergogna, frutto dell’inesistenza di una maggioranza e della debolezza del suo presidente, costretto a consegnarsi a Salvini per non cadere.
Matteo Salvini e la sua coerenza
Matteo Salvini, anche lui evidentemente affetto da perdita di memoria, ha detto di essere orgoglioso di entrare nel governo regionale, essendo la Sicilia, con la sua storia e la sua cultura, un vanto per l’Italia.
Anni di insulti al sud dimenticati. Proprio perché il nuovo assessore ai beni culturali in Sicilia avrà il compito di diffondere “la cultura e il dialetto siciliani” nelle scuole, forse è il caso di rinfrescarsi la memoria:
Nel 2013, al Congresso Giovani Padani, Salvini dice:
Ho letto sul Sole 24 Ore che, ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanc*lo i giovani del Mezzogiorno! Al Sud non fanno un emerito caz*o dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l’hanno proprio dentro il culto di non fare un caz*o dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po’
Però nel 2015 chiede scusa ai siciliani, con queste parole:
Io non ho attaccato i siciliani, ho sempre attaccato la cattiva politica. Se la Regione siciliana ha 20mila dipendenti evidentemente c’è un problema di gestione politica e di connivenza di un certo numero di cittadini. La Sicilia è la terra che più di tanti sta subendo. Ma noi alla Sicilia possiamo offrire alcune risposte che i partiti non hanno saputo offrire. Nel 2014 in Sicilia c’è stato il più alto tasso di disoccupazione. Io sono qui per ascoltare pescatori, commercianti, agricoltori, imprenditori, esponenti del volontariato. Rispondo a un invito alle richieste di aiuto che vengono da questa regione. Su Facebook la Sicilia è la terza regione come numero di amici
E gli amici di Facebook in effetti, lo votano: alle politiche del 2018, solo a Taormina raggiunge il 23%. Alle europee del 2019 la Lega ottiene in Sicilia il 20,8% delle preferenze.
L’avanzata della Lega in Sicilia
L’avanzata della Lega in Sicilia è cominciata nel 2016 ad opera di Alessandro Pagano, lo stesso deputato che il 13 maggio scorso ha definito Silvia Romano una “neo-terrorista”.
Fu lui a ergersi a paladino dell’isola quando Salvini introdusse il “Progetto dei popoli”: liberare la Sicilia da “migliaia di finti profughi”. Da lì è partita quella che molti credevano essere una mission impossible: radicare nel profondo sud la Lega.
Pagano comincia a costruire consenso tra gli elettori dell’isola, facendosi aiutare dagli elettori di Forza Italia, da cui proviene, da quelli di Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e di altri, e comincia a prendere voti. Tuttavia, nelle regionali del 2017, la Lega resta poco sopra il 5%.
Nel 2018 Pagano finisce in una inchiesta aperta dalla Procura di Termini Imerese per voto di scambio, avviata proprio per le regionali del 2017, di cui lui e Angelo Attaguile sono ritenuti istigatori del reato.
Per evitare scandali, nella primavera 2018 Salvini decide di porre alla guida del partito in Sicilia Stefano Candiani, senatore di Varese, nominandolo commissario della Lega per la Sicilia.
Ed è proprio nel 2018 che Salvini si disfa del simbolo della Lega Nord, il condottiero con la spada sguainata. Il monumento si trova a Legnano, la città del Carroccio, ed è stato stampato per decenni sulle tessere elettorali, trasformato in spillette da appuntare alle giacche e tatuato sulla pelle dei più appassionati leghisti.
E si disfa anche del “Nord” che accompagna da sempre il nome del partito, trasformandola in Lega e basta, per mostrare all’Italia che il suo è un partito nazionale, con buona pace dei leghisti più sfegatati e di Bossi.
Quali le reazioni alla notizia dell’assessorato?
Sulla decisione di Musumeci di assegnare alla Lega l’assessorato dei Beni culturali e dell’identità Siciliana si schierano contrari in tanti:
Il deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana Antonio De Luca ritiene inaccettabile questa scelta meramente politica, affermando:
La scelta di attribuire un così significativo assessorato al partito che più di ogni altro ha inveito e offeso il popolo siciliano, appare come un vero e proprio schiaffo a tutti i siciliani
Contro la scelta anche il M5S con Giorgio Pasqua, il capogruppo del PD Giuseppe Lupo, il deputato di Italia Viva Luca Sammartino ed Erasmo Palazzotto di Liberi e uguali.
Abbiamo atteso mesi per vedere allentarsi l’emergenza sanitaria: vedremo quanto bisognerà attendere perché il popolo siciliano recuperi la memoria.
Mariangela Campo