“Ognuno deve stare a casa sua”. “Stop immigrazione”. “Chi lascia il suo paese è un vigliacco”. “Non scappano dalla guerra! Sono solo migranti economici”. “Ma quali disgraziati! Sono tutti giovani e lasciano i vecchi da soli!” E così via.
E noi?
Dunque: Nel 2011 gli italiani che sono emigrati (fuggiti?) all’estero sono stati 90mila; 60mila nel 2012; 75mila nel 2013; 100mila nel 2014; 102mila nel 2015; 114.000 nel 2016.
Per parlare solo degli ultimi anni.
Precisazione: i dati sugli italiani che emigrano differiscono leggermente in base al centro che effettua lo studio. Ma ho volutamente scelto, per ogni studio, quelli più ottimistici e bassi. Perché ad esempio secondo il rapporto di “Migrantes” nel 2016 gli espatriati italiani sono stati 124mila e non 114mila. E secondo il Centro Studi e Ricerche IDOS quei numeri lì andrebbero addirittura moltiplicati per 2,5.
Ma andiamo avanti.
Secondo l’OCSE l’Italia è l’OTTAVO (8° su 200) paese in tutto il pianeta Terra da cui si emigra (si scappa) di più. Prima di noi ci sono solo Cina, Siria, Romania, Polonia, India, Vietnam e Afghanistan.
I cittadini italiani che attualmente vivono e tentano la fortuna all’estero sono ben 5 milioni: per la precisione 4milioni 973 mila (fonte AIRE – Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero – Ministero degli Esteri).
5 milioni su 55 milioni di italiani. Praticamente 1 italiano su 10 vive all’estero. Praticamente ognuno di noi ha almeno un amico o un famigliare che vive all’estero. Un po’ come gli africani. E non sto contando i 2 milioni di figli del Sud che dal 2000 a oggi sono emigrati al Nord.
Siamo un Paese di migranti, che odia i migranti.
E da cosa scappano tutti questi italiani? Dalla guerra? Dalla dittatura? No: nemmeno uno di loro. Tutti, tutti quei 4 milioni e 973mila emigrati sono tutti, dal primo all’ultimo, migranti economici. Proprio come quelli che in Italia sono tanto odiati da leghisti e 5 Stelle. Odiamo ciò che siamo.
E quali sono i Paesi dove emigriamo di più? Inghilterra, Germania e Francia. Paesi ai quali non solo rifiliamo da sempre milioni di nostri emigranti italiani, ma con i quali alziamo la voce se rifiutano di prendersi pure quelli stranieri.
E il bello è che i nostri emigranti sono per lo più diplomati e laureati. Non andiamo cioè a raccogliere pomodori. No, noi andiamo proprio a caccia dei lavori che fanno gli altri nei loro Paesi.
Ma noi arriviamo in aereo, mica sui barconi. Noi siamo cervelli in fuga, loro delinquenti a prescindere. Noi siamo buoni e intraprendenti, loro str**zi, vigliacchi e ladri.
E allora forse nessuno è bravo e nessuno è cattivo davanti ai numeri e davanti alla fame. Forse siamo tutti esseri umani col sacrosanto diritto di cercare la felicità e una vita migliore anche fuori dal posto che la lotteria biologica ha scelto per noi.
Forse dovremmo iniziare a dividere il mondo tra onesti e disonesti anziché tra bianchi e neri, argentini e algerini. Sei italiano e onesto? Ti voglio bene. Sei straniero e onesto? Benvenuto. Sei straniero e disonesto? Fuori dai coglioni. Sei italiano e disonesto? Fuori dai coglioni pure tu. Sei leghista? Non è colpa tua.
Se è per questo non siamo soli in questa “schizofrenia migratoria”. Negli USA (che è un paese fondato e popolato da migranti) basta seguire le polemiche sulla presenza di una quantità rilevante (da 8 a 12 milioni) di “undocumented aliens”, che alcuni vorrebbero cacciare via senza se e senza ma. Non parliamo di realtà più vicine alla nostra: in Svizzera si presume che il 20% degli abitanti è nato fuori dalla Confederazione, eppure gli episodi di razzismo e di discriminazione neanche tanto occulta sono all’ordine del giorno. Lo stesso accade in Francia nei confronti dei discendenti degli immigrati dalle ex colonie africane ed asiatiche.
Ciao, quello che dici non è sbagliato, anche se i numeri sono ben diversi rispetto alla realtà che Emilio Mola ha presentato. Inoltre, questo non rende il paradosso meno paradossale.
Un abbraccio.