Immaginare un mondo migliore: la natura umana e l’utopia
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Eppure, nonostante questa riflessione sia una grossa iperbole, non solo rimane valida la definizione aristotelica di uomo come animale sociale (dove quel “sociale” traduce “πολιτικoν”) – anche perché è un realtà alquanto evidente -, ma, per di più, appare evidente come storicamente vi è un crescente benessere collettivo (tenendo considerazione del fatto che la definizione “politikòn zôon” non implica il raggiungimento di un bene collettivo – che è quindi un’assunzione dell’autore e non del filosofo).
Mi trovo tra l’altro in disaccordo con l’intera argomentazione. Nel leggere “chi non si assoggetta alle regole che garantiscono una vita prospera e serena viene immediatamente espulso e a volte ucciso” e “abbiamo trasformato quello che in altri gruppi ci avrebbe causato l’espulsione o la morte in un valore: la Prepotenza”, mi sorge spontaneo chiedere: non c’è dunque anche “Prepotenza” nel mondo animale? Non vige anche lì una qualche regola quale “il più forte o prepotente comanda”?